Tre mesi al volo

Diciamolo subito: è molto difficile. Che non vuol dire impossibile, ovviamente, ma vuol dire che la richiesta di energia è altissima, soprattutto alla madre. Volessimo dare una definizione potremmo dire che è "assorbente", totalmente: le sensazioni che si provano sono potentissime, dalla felicità per un sorriso o per un verso, dall’emozione nel guardarla dormire, fino ovviamente alla stanchezza e alla tensione che genera un suo pianto.

Ci sono mille cose di cui tenere conto, e per fortuna molte vengono automatiche, però la vita cambia veramente completamente. Dipende probabilmente anche dalle scelte che si fanno: noi abbiamo scelto di far durare lo strettissimo legame fisico madre-neonata, di farle sentire che i genitori sono lì ogni volta che lei ne sente la necessità, per cui ad esempio la notte dorme con noi e, generalmente, non deve piangere a lungo per farci accorrere: chi non è impegnato va da lei praticamente subito, anche se a tre mesi ancora la figura della madre è quella risolutiva.
Già, da padre a volte uno può provare un po’ di frustrazione: perchè con me non vuole stare? Perchè vuole solo la madre? Però ci si risponde in fretta: la natura è fatta così, e noi ne facciamo parte. E’ la madre che cura i figli, almeno all’inizio, li nutre, gli fornisce il calore e la sicurezza di cui hanno bisogno. Quindi non è che non vogliono stare col padre, è che identificano con la madre (dentro la quale sono stati nove mesi!) come sé stessi, la sua voce è il suono che associano al soddisfacimento dei loro bisogni.
Del resto è palese che la sintonia fra i due è altissima, così come l’empatia, per cui è normale che la madre capisca al volo il perchè di un pianto mentre il padre deve ascoltare bene il suono, confrontarlo con i pianti di altre volte, ecc, insomma, ci mette un po’ di più.
Così il ruolo del padre è sì quello di stare accanto alla bimba, di farle sentire che c’è, di dormire a volte con lei persino senza la mamma (!), di respirarle piano sulla testa per dire "sono qui" o farsi tenere il dito mentre lei dorme, ma soprattutto è quello, difficile, di cercare di capire i bisogni di quella coppia madre-bimba di cui è innamorato, supportare la madre per quanto gli è possibile, e ovviamente fare di tutto per aver pazienza πŸ™‚
Del resto la madre si trova nella situazione di essere pretesa sempre e magari capita che non riesca a farsi nemmeno una doccia… diciamo pure che ci sono altre vie, volendo: uno entra nella doccia e lascia piangere la bimba, che strilla come un’ossesso e diventa di tutti i colori… ma magari non si vuole fare così, o non si riesce semplicemente, il pianto della bambina è un richiamo che suona dentro, e quando piange bisogna essere molto forti per dire "ollallà, piange" e continuare a fare quello che si sta facendo… per cui alla fine si porta la bimba in bagno, si aprono le tende della doccia e le si fa vedere la mamma πŸ™‚

La cosa che stupisce è come, nonostante il risucchio totale, un semplice sguardo di quella cosina seguito da un sorriso faccia al volo dimenticare tutto e provochi una gioia incredibile, è veramente forte! Per cui in realtà alla fine è come se ci fosse una specie di equilibrio fra i momenti in cui uno vorrebbe gridare "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA" e quelli in cui si prova questa specie di felice pace interiore.
Per non parlare dell’emozione che provoca vedere ogni piccolo progresso: questi sono mesi in cui cambia tantissimo, sembrava ieri quando è arrivata a casa simile a una specie di pulcino bagnato e adesso ride, si muove, tira su la testa, fa i primi goffi tentativi di strisciare, mette le cose in bocca, si arrabbia perchè le sue mani non tengono bene ancora le cose che vorrebbe afferrare, prova a parlare facendo un sacco di versi e segue con gli occhi quello che ha davanti, riconosce i visi e sorride… insomma, l’elenco di tutte le cose che si scoprono ogni giorno è lungo e ci si trova ad essere felici e a dire "ehi, guarda, ha preso l’orsettino rosa!" e cose così πŸ™‚
Insomma, quando la mamma le canticchia una canzone e lei coi versi prova a "seguirla" fissandola ci sentiamo come se stessimo facendo i primi passi sulla luna! πŸ™‚

Infine, sempre rimanendo nell’ambito elettrico-kilia-maia, non dimentichiamo che noi siamo stati fortunati: Maia la notte dorme! Certo, si sveglia per mangiare, ma generalmente la notte la passa dormendo, muovendosi un poco per vedere se la mamma è sempre lì, facendo qualche verso, fra di noi πŸ™‚
Avevamo sentito storie terroristiche di bambini che piangono ininterrottamente tutta la notte, per cui eravamo un po’ spaventati, mentre invece finora è andata molto bene… anche se ultimamente di giorno piange assai, ma forse non le piace l’inverno, freddo, da stare in casa o vestiti troppo, e lei si vuole muovere perchè adesso è super curiosa!

Poi chiaramente c’è invece il "fuori", la vita sociale…
C’è da dire che mentre all’inizio della gravidanza non cambia quasi niente ora è tutto completamente diverso, perché andando avanti nel tempo pian piano vanno esclusi i luoghi e le situazioni.
Così si smette di andare dove c’è la musica alta, che generalmente è presente nel 90% dei posti dove si va anche solo per un aperitivo, per cui benchè si spera che a Maia piaceranno techno e hardcore di certo non è adatta a sentirle ora.
Poi vanno escluse le situazioni dove la gente fuma: è difficilissimo, se non impossibile, far capire che una sala con venti persone che fumano è invivibile per una bimba di tre mesi, che non si può in inverno aprire e chiudere le finestre di continuo… quindi alla fine si rinuncia magari ad andare alle partite di risiko o alle assemblee (a seconda del vostro livello di militanza politica :P).
Diciamo che, almeno per quanto ci riguarda, già queste due clausole escludono buona parte delle situazioni sociali a cui eravamo abituati.
Il fatto poi che Maia sia nata d’inverno limita di molto le nostre uscite, visto che non ci piacciono i centri commerciali.

La nascita però fa cambiare altre cose: ad esempio che i bisogni di Maia vengono prima dei nostri, ma anche prima di quelli di tutti gli altri. Ci avevano preparato dicendoci che i primi tempi tutti avrebbero voluto vedere Maia e che per il suo sistema nervoso super delicato, che per un niente si eccita e poi fa estremamente fatica a tranquillizzarsi, sarebbe stata una cosa piuttosto forte e tendenzialmente da evitare… anzi, ci hanno consigliato di non far venire nessuno per almeno una settimana! Noi abbiamo semplicemente imposto delle limitazioni: si avvisa prima, possiamo dire di no in qualsiasi momento e gli orari li decidiamo noi. Ci avevano detto che molti si sarebbero offesi perchè dall’esterno è difficile se non impossibile comprendere il disequilibrio totale che si crea, ma è anche vero che per noi, dall’interno, risulta difficile capire come si possa non capire.
Preparatevi comunque ad affrontare qualche pretesa, a sentirvi magari un po’ in colpa e, soprattutto, al fatto che man mano che si va avanti, almeno per ora, voi siete un po’ "poco interessanti".

Gli orari o anche solo la "presenza", semplicemente: prima, quanto eravamo incinti, chi veniva a cena trovava noi rilassati, la casa perfetta (seee, vabbè, diciamo decente :P), tante buone cose da mangiare, musica, e magari poi ci si guardava un film o comunque di poteva mangiare alle dieci e salutarsi all’una… adesso invece si deve arrivare non troppo tardi, le nove già è un problema, magari Maia piange dalla mattina e quindi non solo siamo poco disponibili perchè le stiamo dietro, ma magari siamo anche stanchi e probabilmente abbiamo a fatica cucinato qualcosa di veloce (ma sempre buono eh!), inoltre le dieci è già tardi, Maia infatti ha il suo momento topico alle nove e mezza e va fatta addormentare, per cui va cullata, va portata in camera, bisogna stare con lei, ecc ecc…

Oppure quando si esce: è inverno, fa freddo, non possiamo andare in giro fino a tardi, al massimo una cena in qualche posto purchè sia tranquillo, contando che ovviamente non è che durante la cena Maia scompare per cui comunque ha bisogno di attenzioni, e magari una tavolata di dieci persone che gridano le sovraeccita per cui inizia a piangere ecc ecc… insomma, fa le cose che giustamente deve fare una bambina di tre mesi!

E quando magari si passa da casa? Prima di tutto avvisare, perchè magari è una giornata no (eh, capitano, vorrei vedere coi con una bambina che piange dalle dieci come siete alle quattro! :P), e poi trovarsi con magari la mamma che sta dietro a Maia e il papà che stende le mille lavatrici già fatte e ammucchiate in bagno, ricavando qua e là dieci minuti per stare seduti a bere un the.

Ci va un po’ ma ovviamente poi, passata l’emozione del momento, quando agli amici tocca di scegliere fa una serata a casa di una coppia con bambina o un aperitivo in un posto dove mettono reggae (bleah!) e si mangia fino alle undici bevendo mojitos pian piano optano sempre di più per la seconda.

Un po’, ovviamente, capiamo, un po’ siamo rimasti delusi: ci sentiamo un po’ a far forza solo su noi tre, e ci risulta difficile comprendere come non sia automatico, ad esempio, capire che no, non possiamo "esserci" come prima, probabilmente non potremo mai più, ma in particolare adesso le nostre limitazioni sono tante, e certo siamo felici quando ci viene detto "se avete bisogno di qualcosa chiamate", però oggettivamente si è mai visto alzare il telefono e dire "ou, cucinami qualcosa e portamelo và"? πŸ˜› non lo facciamo nemmeno con le nonne!
Noi ci siamo trovati impreparati, sinceramente, anche se ci avevano detto che ci sarebbe stato un periodo in cui ci saremmo trovati abbastanza da soli… certo è difficile superare quel "eh ma voi non chiamate mai", "non vi fate mai vedere" e tutte le "regole" consimili, però per un po’ abbiamo creduto che questa cosa si potesse un po’ rompere, accordandoci una tregua.

Ci sentiamo di dare un consiglio agli amici delle coppie con bimbi: fate le cose semplici, che quelle servono, e pretendete niente. Capite che non c’è null’altro che il coinvolgimento totale della coppia per il suo bambino, non sono diventati antipatici, stronzi, né hanno smesso di pensarvi: sono totalmente presi e hanno bisogno non tanto di supporto fisico (per quanto a volte potrebbe essere utile) quanto di presenza. Probabilmente è difficile da capire ma provateci: non ha senso offendersi o aspettare qualcosa da loro semplicemente perchè li avete invitati un tot di volte ad un aperitivo o ad una serata e non sono mai venuti, semplicemente non possono o hanno scelto di non potere perchè ritengono che così sia meglio per il bebè, e questa scelta non è una colpa, non è da mettere nella casella "cazzi loro", ma andrebbe capita e rispettata. Lo stesso vale se li avete invitati un tot di volte a prendere il the e non si sono mai fatti vedere: è altamente probabile che nelle mille cose che pensano il vostro invito ci sia, me che nelle dieci che riescano a fare non siano mai riusciti ad includerlo.
E’ complicato da capire finchè non ci si è dentro, probabilmente noi, da fuori, avremmo faticato, ma fate uno sforzo e siate presenti, soprattutto mettendovi allo stesso livello loro: una passeggiata al parco, la presenza a casa loro in una giornata uggiosa a raccontarsi cazzate "sprecando" il pomeriggio mentre si cerca di fare un the accudendo la bambina, andare a vedere quel negozio o assaggiare quella torna, cose così.
Insomma, dovete riuscire a pensare che c’è la questo esserino tanto simpatico che vi sorride al centro, i genitori attorno, che cercano in tutti i modi di darle tutto quello di cui ha bisogno, e voi attorno ai genitori, dovete diventare un supporto, non sentirvi allo stesso piano, perchè in questo momento i bisogni dei genitori sono in secondo piano rispetto a quelli del bebè, e mica gliene fanno una colpa, è una cosa ovvia e naturale, e alla stessa maniera dovrebbe essere naturale capire che i bisogni, gli orari, e le necessità dei genitori dipendono in gran parte da quelli del bebè, e quindi non solo dire "se ci volete siamo qui", ma provare ad esserci tralasciando i vostri modi e tempi… almeno per un po’ πŸ˜›

Per le coppie neonate: magari molto dipende dalla stagione, sicuramente da mille altre cose, ma tendenzialmente aspettatevi più presenza da chi magari ha già dei figli, perchè esserci passati aiuta a capire la situazione, e preparatevi a passare dei giorni dove sarete voi e solo voi. Contate su voi stessi e stressate un po’ la gente per farvi venire a trovare, fate comunque qualcosa alle volte, anche se vi sentirete stanchi morti, perchè vi aiuterà moltissimo.

Insomma, è tutto bellissimo eh, ma c’è da faticare πŸ™‚

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One Response to Tre mesi al volo

  1. frenesi says:

    in bocca al lupo siete molto belli

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