E se non vogliamo firmare il permesso?

Al nido ci hanno chiesto di firmare un foglio: un permesso che dice che Maia può uscire sempre, ogni volta che c’è un’uscita programmata e non, e incredibilmente noi abbiamo detto di no. Questo, a qualche settimana di distanza, è diventato un problema al punto che questa mattina ci hanno telefonato dal Comune di Torino e ci hanno chiesto di fare una riunione insieme alla coordinatrice del nido convenzionato frequentato da nostra figlia, che ricordiamo ha due anni.
A leggerla così sembra una cosa incredibile, principalmente perché tutti i genitori hanno firmato, e quindi la prima cosa che viene da pensare è che siamo noi ad essere un po’ strani (e sicuramente lo siamo, ma neanche poi tanto), ecco perché vi invito a continuare a leggere e magari poi, con un commento, aiutarci a capire da quale parte andare.
Prima di tutto c’è da dire che noi siamo disposti a firmare ogni giorno per ogni uscita, purchè sia programmata o veniamo avvisati in qualche maniera, semplicemente non vogliamo firmare un foglio che dia carta bianca al nido per far uscire Maia senza farci sapere prima né che uscirà né dove la porteranno. Ci ricordiamo che quando eravamo piccoli le uscite veniva autorizzate tramite comunicazione sul diario che andava controfirmata dai genitori, non capiamo come mai adesso ci chiedano una firma valida per tutto l’anno.
Al nido ci hanno detto che in fondo non avremmo dovuto preoccuparci troppo: i bambini che escono sono più grandi di Maia e lei non uscirà fino a giugno,  aggiungendo in realtà motivazioni per non firmare questo permesso visto che sarebbe di fatto inutile se non fra quattro mesi almeno. Quando Maia sarà più grande e inizieranno le uscite noi ci sentiremmo più sicuri e tranquilli e probabilmente allora firmeremo il permesso.
Certamente non è una questione di fiducia, abbiamo spiegato alla coordinatrice del nido e al signore del Comune, ma più che altro non sentiamo che la bambina sia preparata per uscire. Maia è molto molto vivace e spesso basta un piccolo momento di disattenzione perché lei sparisca: una volta al mare ero con quattro amiche (tra cui due mamme), mi sono distratta un secondo e quando mi sono girata Maia stava rischiando di affogare.
Il nido è per noi un posto che ci permette di lavorare e pensare alle nostre cose, ogni volta che vado in palestra durante la pausa pranzo ci passo davanti in bici e tiro dei bacini alle finestre, lei non mi vede ma io so che è lì e questo mi fa stare tranquilla lasciandomi la serenità per occuparmi di me stessa. Voglio continuare a sentirmi così. Con un foglio che permetta che Maia esca senza essere informata perderei questa tranquillità, cosa a cui non sono disposta. Non è una questione di egoismo di mamma. Siamo disposti a firmare un permesso ogni volta che sia necessario, basta che la mattina quando la portiamo ci dicano di firmare che Maia andrà a prendere il gelato, in biblioteca o al parco. Ma vogliamo sapere cosa farà nostra figlia e dove sarà.
La coordinatrice ha sollevato il problema della programmazione del nido, ma anche qui non capiamo in che maniera potremmo interferire: ci è stato assicurato i bambini escono con un rapporto di due a uno, ovvero due bambini per ogni educatrice, per cui o ci sono 15 educatrici per fare uscire i 30 bambini, o se escono quattro alla volta allora non vediamo dove possa esserci un problema: Maia rimarrebbe all’interno della struttura con i 24 bambini rimanenti.
Non riusciamo proprio a focalizzare dove possa essere un problema nella nostra richiesta di essere avvisati di volta in volta, anzi, abbiamo specificato che in caso di uscite programmate con anticipo, ad esempio se ci dicono che andranno in biblioteca i giorni tal, tal e tale, noi firmeremmo per quei giorni lì… insomma, come mai tutto questo impuntarsi per farci firmare un foglio che di fatto darebbe al nido la libertà di far uscire i bambini senza avvertire i genitori? E anche il Comune si fa questa domanda, per questo ci hanno detto che vogliono fare una riunione con noi e la coordinatrice del nido.

Per me si tratta anche di una questione di comunicazione e atteggiamento che ha il nido con i genitori. Non mi sento in questo nido protagonista come vorrei essere, nel senso che appena appena ci viene detto cosa succede lì dentro, quando in realtà è la seconda casa di nostri figli. Il primo mese hanno cambiato due educatrici e non ci hanno informato, una l’hanno mandata via, altra era in prova, alla fine o si fanno continuamente domande o non sappiamo chi sta coi bambini, chi è in prova, chi non c’è più. Oggi sono andata a prendere Maia e abbiamo incontrato l’educatrice che più ci piace: era in malattia, ma quando le abbiamo chiesto insieme ad altre mamme se tornava domani è diventata bianca e ci ha detto: “non torno, non vi hanno spiegato?”. Siamo rimaste tutte molto sorprese, e dopo la nostra insistenza nel chiedere una spiegazione ha detto che aveva trovato un contratto più lungo da un’altra parte e che quindi lasciava il nido… Devo dire che siamo molto dispiaciute, i bambini ormai avevano costruito un rapporto con lei, e purtroppo è la terza volta che cambiano educatrice (senza contare le ragazze tenute in prova che non sono piaciute alla responsabile) in meno di tre mesi. C’è quindi un problema con i contratti, e crediamo che il tipo di contratto con il personale sia una garanzia per i bambini, se il nido fa dei contratti bassi e brevi non c’è garanzia di continuità e quindi neanche di qualità come dovrebbe essere. E poi come mai non ci avevano informato di questo cambiamento? Ancora una volta rimaniamo fuori da comunicazioni importanti. Se in questioni così importanti manca la comunicazione, non so perchè dovrei credere che mi informeranno di ogni uscita che farà Maia.
Ho chiesto ad una mamma che porta il bambino in un nido comunale se lei aveva firmato questo permesso e mi ha detto di sì, aggiungendo però che quando escono va tutto il personale, quindi educatrici, responsabile, econome e anche le donne “tutto fare” e quindi sono molte di più. In questo nido privato convenzionato anche se dal punto di vista legale il rapporto adulto bambino è in regola noi consideriamo che sia poco ( tre educatrici, una responsabile e due donne delle pulizie che si scambiano il turno (quindi una alla volta). Cinque adulti, di cui solo quattro qualificate, con trenta bambini… non lo so, o per lo meno non mi convince, e poi neanche questo è il punto.
Noi siamo disposti a che Maia esca quando c’è una gita, non siamo disposti che Maia esca a fare un giro con l’educatrice senza esserne informati. E poi noi viviamo a Torino, è inverno e fa tanto freddo, perché dovremmo firmare per permettere a Maia di uscire a prendere il gelato, di andare al parco o in biblioteca con soli due anni? Se la vogliono portare allora ce lo dicano, noi la vestiamo più pesante e firmiamo il permesso!
E poi ci rendiamo conto che magari ci sono bambini che passano tutto il giorno lì chiusi, dalle 8 di mattina fino alle 6 di sera, ma noi non siamo quel tipo di genitori e ci troviamo in una situazione che ci permette di portare Maia intorno alle 9 e andarla a prendere alle 16.30, così poi può fare le passeggiate con noi, andare al parco, accompagnarci nelle commissioni… per non parlare delle volte che usciamo il fine settimana o che magari ce la portiamo a Barcellona 🙂
E’ che vogliamo sapere cosa fa, dov’è, cosa succede all’interno del nido e dove la possiamo trovare. Per lo meno fino al giorno in cui Maia potrà tornare a casa sapendocelo raccontare.
E poi vogliamo avere il diritto di firmare o meno un permesso, altrimenti che me lo chiedi a fare?

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