Sono su un eurostar diretto a Brescia.
Ho appena lasciato Maia e il suo papà a Porta Susa e scrivo dal mio
nuovo mac.
Domani ci sono le elezioni in Uruguay e
vado a fare fotografie della comunità uruguaiana che si incontra a
cena per aspettare i risultati che, secondo tutte le previsioni,
faranno di Pepe Mujica il nuovo presidente del piccolo paese
rioplatense. Un presidente singolare ma che non sorprende nella scia
presidenziale latinoamericana: Lula, Chavez e Morales hanno aperto il
percorso verso un nuovo southamerican president style nel quale
Mujica s’incastra perfettamente con il suo passato “terrorista” ,
il suo discorso nella lingua della gente e il suo look di contadino
che divide il suo tempo tra la piantagione di fiori e l’essere in
parlamento.
In Uruguay c’è moltissima speranza di
festeggiamento per domenica e io sono preparata a lavorare fino a
tardi per mandare le foto ai giornali in tempi di stampa. Ho quattro
ore di vantaggio, i risultati si sapranno verso le ore 20.30
uruguaiane quando in Italia sarà mezzanotte e mezza, ma quello vuol
anche dire che finirò di lavorare intorno alle 4 am di lunedì.
Voglio prendere il treno delle 7 per arrivare a Torino verso le 11 e
poter prendere Maia alle 13.30 (previo passaggio in tipografia per
dare l’ok alle prove di stampa), altrimenti dovrei prendere un treno
verso le 10 am, ma arriverei a Torino per le 14 e quindi potre andare
a prendere Maia solo dopo le 16.30 , ho una riunione di lavoro con
una modella alle 17.30 e quindi il tempo per stare con la bambina
sarebbe poco… meglio farci il riposino insieme e poi andare tutte e
due in bici alla riunione. E poi devo andare assolutamente alla
riunione della radio visto che siamo alla fine dell’organizzazione
della serata di lancio del calendario 2010 per il prossimo venerdì
4.
Maia era bellissima mentre aspettavamo
il treno e diceva “mamma trabajo foto tren”, lo capiva
perfettamente e io sono felice di questo. Ho scommesso tre anni della
mia vita per questo risultato e vedere che lei adesso è preparata
per le mie partenze di lavoro mi fa sentire molto libera. Ho sempre
cercato di farla sentire sicura di me, del mio affetto verso di lei e
di darle la conferma che ci sono anche se ogni tanto può darsi che
devo prendere un treno, un aereo, una macchina e stare via per
qualche giorno. Mi sono sempre immaginata così, sono un’eterna
viaggiatrice e voglio avere la mia casa, la mia famiglia in un posto
ma voglio anche andare e tornare con la mia macchina fotografica,
essere un po’ un uccello che va, prende e torna.
Forse adesso siamo preparati tutti e
tre per farlo. Stiamo a vedere, ma io sento che adesso è ora e che è
di questo che ho anche bisogno. E poi fare la fotografa è difficile
e bisogna dedicargli moltissimo tempo, girare tanto, ma anche se è
complicato credo che sia meglio essere una mamma contenta che lotta
per i suoi progetti che una mamma frustrata ma sempre presente.
Questo non vuol dire non esserci ma semplicemente avere il mio tempo.
L’Uruguay vuole un presidente come la
gente, e io una mamma che lotta per se stessa.
Questa è la mia prossima scommessa.
sei sempre una super mamma! speriamo che tra 3anni riusciro’ a gestirmi lavoro e pupina come fate voi! :))))
Ho scoperto oggi il tuo blog (sono neomamma e mi diletto a cercare in rete diversi argomenti). Mi piace molto il tuo approccio alla maternità ed alla vita in generale il tutto accompagnato da bellissime foto!!!
Ti seguirò spesso (ti ho messa tra i preferiti).
Grazie per la tua esperienza.