Per cercare di riportare nei ranghi la disperazione dell’inserimento all’asilo abbiamo provato a cambiare un po’ approccio: la mattina la porto io, dopopranzo va a prenderla la mamma. In questa maniera saluta la mamma sulla porta di casa, rimanendo con papà, quindi (si spera!) un distacco più dolce, e poi al micronido si stacca dal papà, cosa che in genere gli riesce più facile.
Il primo distacco effettivamente è sempre riuscito bene, anzi, ora maia sa che quando è vestita è pronta per uscire col papà, mi guarda e mi fa segno "dai, prendimi in braccio e andiamo!"… e chiaramente io sono contento, perchè è lei che mi sta chiedendo una cosa fra me e lei! Poi arriviamo sulla porta e lei fa ciao e saluta la mamma, fa versi contenti mentre scendiamo le scale e ormai non strilla manco più quando la metto in macchina, nel seggiolino, anzi, ultimamente si accomoda per prepararsi al pisolino che farà fino al portone del micronido.
Arrivati al micronido si sveglia dal portone fino all’ingresso dell’appartamento e… beh, capisce che la sto per lasciare e agisce di conseguenza: immediatamente diventa l’essere più affettuoso del mondo, mi abbraccia, mi sorride, mi stringe, mi fa le carezze (!!) e se per caso intuisce che è arrivato il momento per me di andarmene allora inizia la fase 2, che poi è quella che mi fa arrivare a pensare "beh ancora due minuti…".
La fase due infatti consiste innanzitutto in un inasprimento degli abbracci, poi si concentra sullo sguardo, mi guarda negli occhi e inizia a piangere con tanto di lacrime ed espressione di disperazione, come dire "oooooh nooooo padre mio! cosa stai facendo!! non vedi come soffro!! non mi abbandonare!!", per cui è davvero difficile rimanere impassibili… io uso un approccio "graduale": prima ci avviciniamo all’educatrice (e man mano che ci si avvicina aumenta l’intensità del pianto e le fattezze da disperata) poi, mentre sciolgo l’abbraccio e me la sbaciucchio, gliela passo direttamente, e a quel punto in genere maia rimane un attimo stupita, come per dire "nonostante tutta questa mia disperazione tu mi lasci lo stesso!?!?!", ma si tratta di poco tempo che riprende il pianto con maggiore intensità, guardandomi… com’è difficile allontanarsi, sembra una stupidaggine ma comunque mi devo forzare un po’, perchè il realtà la voglia è quella di prenderla, tenerla stretta e sedermi per terra lì con lei…
Comunque dopo questo cambio a me sembra di percepire un miglioramento: siamo passati da "ha pianto quasi tutto il giorno" a "ha pianto quando il papà è uscito e poi ha giocato, mangiato, ecc"… insomma, si sta abituando… e meno male!
Speriamo solo che non succeda poi il contrario, tipo che la vado a prendere e non vuole venire via con me, sarebbe un tale colpo per il mio ego di neopapà!!