Maia attraversa l’oceano

Viaggiare in aereo con una neonata era una cosa che ci preoccupava  persino prima che Maia nascesse, ma sapevamo tutti e tre che era una cosa che andava fatta visto che ha moltissimi parenti, nonni e zii in Uruguay!
Così pochi giorni dopo i suoi tre mesi ci siamo imbarcate tutte e due in un aereo regionale fino a Madrid, per poi prendere un aereoflot fino a Montevideo (arrivando a 11000 mt di altezza in tredici ore di viaggio).
Devo dire che il viaggio è andato benissimo, Maia ha dormito e giocato molto sapendo essere la seduttrice di tutto il volo. L’unico vero pianto lo ha fatto quando ha capito che il papà era rimasto dall’altro lato del chek-in… non potevo consolarla e nemmeno nascondere la mia tristezza… come in tutte le situazioni difficili mi ha aiutato il rescue remedy dei fiori di Bach: una goccia sul capezzolo e Maia al seno, lo uso anche nei momenti difficili quando vedo che le manca la sua casa, me lo ha consigliato la psicologa e psichiatra che è specialista in medicina alternativa.
Per fortuna (e per grande amicizia) un nostro amico è venuto in aeroporto ad accompagnare il papà che quindi non è rimasto tutto solo, ma con un weekend tranquillo e divertente davanti che ci faceva sentire tutti meglio!
Durante il viaggio ho avuto alcune accortezze che ho voglia di condividere con neogenitori che si mettono in viaggio.
Prima di tutto abbiamo aspettato il terzo mese per il viaggio e sono contenta che sia stato cosi: è veramente rumoroso l’aereo e gli stimoli sono davvero tanti (la voce che parla "dal tetto", le mille lucine, il rumore del motore, la gente che parla, le orecchie che si tappano, la senzazione di decollo…) e a tre mesi la bebè sembra molto molto più forte che un mese prima. Le abbiamo anche fatto i vaccini obbligatori, probabilmente aspettare un po’ di più sarebbe stato meglio, ma per un bimbo in viaggio con i flussi migratori imponenti di oggi abbiamo scelto di farlo.
Durante il decollo e l’atterraggio ho sempre messo al seno Maia. Farla deglutire l’aiutava a stappare le orecchie, per cui ho dovuto calcolare quando allattarla, sempre in maniera approssimativa chiaramente, ma per fortuna Maia ama la tetta e si attacca sempre 🙂
Nei viaggi lunghi (non regionali) i bambini con un peso minore a 11 kili hanno diritto ad una culla. E’ molto molto comodo averla e lo consiglio sia per il bebè che per la mamma. Bisogna chiederlo in agenzia e poi anche quando si arriva in aeroporto, noi abbiamo fatto così, anche se quando siamo arrivate in aereo ho dovuto richiederla ed essere molto dura perchè "si erano dimenticati" di questo dettaglio. E’ una culla che si attacca ad una parete dell’aereo, con tanto di cintura di sicurezza, anche se io durante le turbolenze l’ho tenuta attaccata a me e la mia cintura attacata alla sua. Serve pure per appoggiarla durante il cambio di pannolino perchè come tutti sappiamo i bagni degli aerei la mattina dopo fanno veramente schifo.
Ho viaggiato con la fascia che mi è servita tanto, dopo dieci ore di aereo Maia voleva passeggiare e con la fascia potevo tenere le braccia libere e camminare tranquilla sull’aereo, ma ho portato anche il passeggino e così durante le cinque ore di scalo a Madrid ho riposato un po’ le braccia e lei ha dormito comodamente. Il passeggino si può portare fino all’aereo, dove lo si consegna a quelli che si occupano dei bagagli che appena si scendi lo restituiscono.
E’ importante ricordare che avendo il bebè dappertutto abbiamo prorità, per cui quando si deve presentare il passaporto (noi abbiamo iscritto a Maia nel mio passaporto, senza spendere soldi, ma bisgona farlo con un po’ di anticipo) non fate le file: tutti capiscono che dopo 20 ore di viaggio hai bisogno di passare prima.
Così il viaggio con Maia è stato tranquillo, molto stancante per la mamma ma il buon tempo d’estate che ho trovato e la famiglia che la bacia, le canta, e la ama mi fanno anche riposare e pensare che ne è valsa la pena.
Adesso aspettiamo il papà che viaggerà con un carico di pannolini (visto che nella consumista america non ci sono pannolini biodegradabili), per andare al mare e goderci finalmente le vacanze tanto meritate.

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