Allattare è un piacere, anzi, di più

Avevo deciso che quando fossimo arrivate al sesto mese di allattamento
esclusivo al seno meritavamo un festeggiamento molto molto speciale. E
sono molto molto orgogliosa che ci siamo arrivate, anzi, abbiamo passato
il settimo e, anche se cercando di introdurre qualche pappetta, Maia
fino all’ottavo mese è stata alimentata esclusivamente dal mio seno.

Curiosamente da quando ha fatto otto mesi ha aperto la bocca con molta
voglia, sa mangiare bene e le piace tutto!!! Ho cercato dal sesto mese
di darle da mangiare qualcosa, ma lei non voleva e io non ero convinta,
per cui il nostro "nido d’amore" è proseguito. Adesso sono contenta che
mangi qualcosa (verdure, yoghurt, ieri addirittura le lenticchie
rosse!), anche se la frutta le piace un po’ meno… o forse devo cercare
una migliore forma di prepararla, ma su questo argomento (svezzamento)
scriverò un post apposta.

La mia esperienza di allattamento la considero una delle esperienze più
belle della mia vita, un dar amore che mi sorprende di me stessa. Non
pensavo di essere così capace ad amare e tantomeno di essere così
disponibile veso l’essere che amo, tanto di continuare a darle tutta la
mia vita, il mio tempo, il mio corpo, il mio seno per ben otto mesi,
senza contare i nove mesi di gravidanza. Così mi sono scoperta molto
molto meno egoista di quanto pensavo, e un po’ più altruista. Forse
questo è anche un insegnamento dell’allattamento, un piccolo regalo, una
piccola crescita che magari riesco a allungare ad altri ambiti della vita…

Ma allattare è anche duro… non solo perchè un po’ fa male, (non vi
dico i primi giorni che ha i dentini), ma anche perchè significa essere
disponibile quasi esclusivamente verso quell’esserino e smettere tutto
il resto. Tutto.

Ad un punto con il papà ci siamo resi conto che allattare significa
tirarsi fuori dalla società, dal sociale, e tutto quello che vuole dire
tirarsi fuori: non poter fare niente che non sia con quell’esserino
attaccato a te. Certo si possono fare cose, una si può tirare il latte,
però il tempo che rimane a disposizione è comunque sempre molto breve.
Certamente non si può lavorare, bisogna fare una scelta difficile che è
quella di dedicarsi il primo anno di vita al neoarrivato lasciando da
parte carriera, lavoro, militanza, o quel che ci prende più tempo nella
vita. È anche una scelta difficile perchè la società non aiuta, una
smette di essere un essere "produttiva", non produce al lavoro, non
spende perchè non esce, non fa parte della catena a cui facciamo parte
quasi tutti noi adulti di questo mondo (o per lo meno di questo
continente-fortezza Europa). È una scelta difficile anche dal punto di
vista economico perchè allattare esclusivamente per sei mesi significa
non fare nient’altro e quasi nessuno ti paga, anche se con
l’allattamento al seno si risparma perchè si prevengono molte
intolleranze e malattie che costano molto molto di più, ma i soldi vanno
alle grandi case farmaceutiche che tra altro sono le stesse che vendono
il latte artificiale (quello che permette alle mamme di rientrare al
lavoro presto). Per questo per noi continuare è stato anche una scelta
politica-ecologica, anche se sinceramente non potevamo fare
altrimenti… È un atto di amore dove si perde la nozione del tempo,
dove la sensualità è alle stelle e la pazienza a dura prova.

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2 Responses to Allattare è un piacere, anzi, di più

  1. dajana says:

    non c’entra niente ma sono l’unica zia di maia senza una foto con lei!
    vergogna!

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