Pulizia dei capezzoli

«Non c’è bisogno di tecniche speciali di lavaggio per i capezzoli sia prima che dopo la poppata. Vi sono ghiandole speciali attorno al capezzolo che secernono una sostanza che li mantiene privi di germi durante l’allattamento. Quando vi lavate usate semplicemente acqua sul seno e sui capezzoli, poiché il sapone può seccare la pelle. E’ importante lavare le mani prima di iniziare la poppata, specialmente quando siete in ospedale.»

Tratto dal libro "L’arte dell’allattamento materno", de "La leche league international", per informazioni in Italia: http://www.lllitalia.org/

 

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L’olio di mandorle

Questo speciale olio è un compagno molto intimo in tutto questo mio periodo di prima maternità e racomando a tutte tenerne un paio di litri in casa dal momento in cui il vostro test da "+".

L’olio deve essere pressato a freddo e senza alcool, quindi in generale è meglio comprarlo in erboristeria, visto che quelli che si trovano al supermercato possono essere stati trattati con prodotti chimici.

Durante la gravidanza per evitare le smagliature metterlo sulla pancia, fianchi e seni (anche sui capezzoli ho utilizzato solo l’olio di mandorle e non ho avuto problemi poi durante l’allattamento), aggiungendo delle volte qualche goccia di rosa mosqueta cilena, durante i mesi estivi più caldi ho usato olio di jojoba che si assorbe un pò prima.

Durante le ultime settimane di gestazione è servito anche per i rapporti sessuali già che non è solo l’enorme pancia a fare difficili i rapporti: la vagina era piuttosto "secca" e essendo l’ossitocina l’ormone dell’orgasmo e del parto fare l’amore non solo è una questione di piacere inmenso (amarsi con la nostra bambina dentro è stato qualcosa di speciale) ma è anche raccomandato dalle ostetriche: per cui amatevi e usate l’olio se necessario.

Con Maia a casa l’olio è passato a lei: per i massaggi e dopo il bagnetto lo usiamo a modo di idratante (non usiamo nessun’altra crema) e per il cambio di pannolino nell’aqua per pulirla mettiamo qualche goccia delle stesso alternando con goccie di tintura madre di calendula, e prima del pannolino le proteggiamo la pelle con un po’ di unguento di tea tree.

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Le coliche del neonato

Non avevamo sentito mai parlare delle "colichette" finchè Maia è entrata nella seconda settimana di vita. Pianti serali inconsolabili che ci hanno portato a livelli di angoscia e di frustrazione genitoriale come mai avevamo potuto immaginare. Una volta andato via il sole (o la luce visto che siamo a Torino) Maia iniziava un pianto molto forte muovendo allo stesso tempo le sue gambine sù e giù. Il terzo giorno il pianto è iniziato prima, io ero da sola a casa con la bambina e quindi trovavo come unica cosa che la calmasse metterla al seno, ma dopo un po ricominciava… in serata quando il papà è tornato dopo l’ennesima poppata per calmarla Maia ha fatto un vomito lunghissimo che ci ha spaventato come poche cose nella vita (la nostra) e ci ha sporcato mezza casa (che è comunque molto piccola). Intanto, come primo consiglio digestivo, vi dico che è utile (molto) fargli fare il ruttino.

In mezzo al panico abbiamo chiamato un pediatra (che ci è costato 70 euri) e che ci ha detto con molta semplicità: "meteorisma"… e io mi sono veramente sentita nel mondo di marte dove mille meteoriti mi passavano accanto senza toccarmi e senza sapere fino a quando sarei riuscita a sopportare tanto stress… sentendomi una extraterrestre che si dispera per un po’ di gas nella pancia della figlia… Il medico ci ha detto quindi che erano "normali colichette" e ci ha prescritto il mylicon.E’ stata la prima volta che abbiamo sentito parlare di colichette, così abbiamo chiesto un po’ in giro ed un’amica con una bimba di due anni mi ha detto che ha usato il mylicon e che per sua figlia è servito.

Noi abbiamo preferito provare un’altra strada, cominciando con un corso di massaggio ai bambini, dove ci hanno insegnato dei massaggi per la pancia. Devo dire che questi corsi servono più a confrontarci con altri genitori che a imparare a massaggiare i bebè, infatti il libro "Shantala" di Frederick Loboyer (da leggere anche: "Per una nascita senza violenza") dice tutto il necessario per affrontare la bellissima aventura del massaggio al neonato.

Sui pianti serali abbiamo sentito e letto molto, confrontarsi con un bambino che piange non è facile, e capire che per loro è necessario ed importante piangere è ancora più difficile. Tra le cose che abbiamo sentito la teoria che ci è più piaciuta dice che le coliche sono una conseguenza dello sviluppo non ancora completo del sistema nervoso: immaginando il sistema nervoso come se fosse fatto da cavi elettrici e questi cavi, nei bambini appena nati, fossero ancora senza guaina, provocando dei corto-circuiti. Per i neonati tutto in questo mondo è nuovo e tutti sono stimoli, quindi all’arrivo della sera hanno bisogno di scaricare i nervi che sono stati continuamente stimolati durante il giorno. È per questo che dopo questo pianto loro sono tranquilli, delle volte più che prima. Aiutarli è quasi imposibile, possiamo solo accompagnarli durante questo momento, con tanto amore, pace e pazienza in un ambiente con pochi stimoli e magari tenendoli vicini a noi.

Però questo non ci bastava perchè questi pianti, anche se "solo" di quindici minuti, ci angosciavano. Siamo quindi andati da un medico omeopata che ci hanno raccomandato, il quale tra le altre cose ci ha prescritto un rimedio che si chiama "R37", in compresse, che serve a distendere lo stomaco, e devo dire che per quanto ci riguarda ha funzionato.

L’ultima soluzione l’abbiamo trovata quasi per caso. Siamo andati dalla osteopata per far vedere la mia cicatrice del cesareo e le nostre ostetriche ci avevano detto di portare Maia, che delle volte la posizione che hanno i bambini dentro la pancia gli genera dei dolori. Quando ho raccontato alla osteopata che Maia aveva questi piccoli disturbi mi ha chiesto come era andato il travaglio di parto, quando le ho spiegato che è durato due giorni e che le ultime sette ore sono state con ossitocina per finire con un taglio cesareo perchè Maia era "di faccia" e non "di testa" per cui io non dilatavo, mi ha detto che vedeva che la nostra bambina aveva nella nuca una contrazione importante, l’ha presa e facendole dei massaggi le ha sbloccato la nuca (non senza un forte pianto di Maia) spiegandoci che in quella parte del suo collo passano dei nervi che sono quelli dell’apparato digerente e che essendo bloccati le generavano fastidi e sofferenze. Poi ha massaggiato e sbloccato anche il coccige e Maia, che da qualche giorno aveva problemi anche a fare la cacca, ha fatto una bellissima cacchina che ci ha riempito di orgoglio, tramutatosi subito in rossore perchè si è sporcata tutta… ma proprio tutta, dal body fino ai pantaloni. L’osteopata ci ha anche spiegato che piangeva molto perchè quei massaggi le facevano rivivere un po’ il parto, ma che era necessario farlo. Quando siamo andati via io ero ancora un po diffidente ma disposta a vedere come andava: Maia ha dormito dodici ore di seguito (la mettevo al seno, mangiava e continuava a dormire) e da lì ha cominciato a sorridere, dorme di più e le coliche sono andate via. Ogni tanto piange di mal di pancia ma capita solo quando ci dimentichiamo del R37 che va dato tutti i giorni, e comunque molto meno di prima.

E così abbiamo imparato che sebbene il pianto del neonato possa essere considerato il suo "normale" modo di comunicare, bisogna ascoltarlo ed essere aperti a provare diverse strade. 

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Portare Maia

Mentre scrivo sono in piedi, il pc è appoggiato su un mobile e ho Maia nella pancia ma non sono più incinta: è fuori. Ovviamente le mie due braccia sono libere per scrivere: noi utilizziamo la fascia come porta bebè. È una fascia di cotone, lunga circa 5 mt che si avvolge al corpo e nella quale si mette il bebè.

Ce l’hanno raccomandato le nostre ostetriche del Sant’Anna e all’inizio non eravamo molto convinti, avevamo paura che fosse troppo complicata da mettere (infatti qualcuno fa de i corsi che durano una mattinata) però poi quando l’abbiamo comprata (in internet) vedendo le foto del libro con le istruzioni abbiamo imparato subito, e devo dire che è
veramente pratica e bella. Ci sono diverse posizioni in cui mettere il bebè, dipende dell’età, e si può mettere sia davanti che dietro (quando sono piu grandi) tipo zaino… soprattutto perchè la bimba è molto comoda e il rapporto fra i corpi è diretto, sembra di continuare ad avere la pancia, ma di fuori ;), infatti la pancia non mi è mancata nel post-parto e sono sicura che questo lo si deve anche al fatto che porto Maia nella fascia.

Anche il papà la usa, e la si puo usare a casa o in giro. Noi non usiamo quasi la carrozzina, consideriamo piu caldo usare la fascia, sia perchè noi diamo il calore del nostro corpo a Maia, sia perchè che se ne stia tutta da sola nella carrozzina coperta da mille vestiti ci sembra freddo.

Inoltre pare anche che sia molto terapeutica, si usa per migliorare lo sviluppo delle anche, per aiutare lo sviluppo dell’apparato digerente (per quelli che hanno le colichette), ed è anche il "metodo canguro" che si usa per aiutare i bamini nati prematuri. Su tutto questo si trovano informazione in rete.

E’ è una buona forma di stare insieme, di poter fare qualcosa a parte cullarli, e sono sicura che loro sono comodi perchè Maia ad esempio si addormenta subito.

Poi è stata nove mesi ascoltando il battito del mio cuore, per cui ora poter essere di nuovo vicino a quel rumore la rassicura e la aiuta a tranquillizzarsi. A chi mi dice se non ho paura che si abitui troppo a stare addosso a me rispondo che in realtà lei è già abituata a stare addosso a me, anzi, dentro, visto che è stata nella pancia quasi un anno, e che quindi ora si deve abituare pian piano, con calma e tranquillità, a stare fuori. 

Ecco un paio di link:

http://www.portareipiccoli.it/fascia.htm 

http://didymos.de/italiano/index.php  (questi sono costosi ma bene da leggere)

noi abbiamo comprato questa qui:

http://www.lacasagiusta.it/idea-regalo-casa-cucina-vendita/shopping/product_info.php?products_id=155 

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Parto in casa

Anche se qui in Italia sembra una cosa "rara", in altri paesi come
l’Olanda è il normale. Partorire a casa è possibile se le condizioni
sono quelle che lo permettono, e anche in Italia comincia ad essere
possibile anche dal punto di vista economico. Qui a Torino c’è il
programma di parto a domicilio del Sant’Anna, che dovrebbe essere
gratis (o rimborsato dalla Regione, dipende dal medico di famiglia che
ti da le ricette), in ogni caso costa al massimo 80 euro…

Perchè
parto in casa? devo dire che è una cosa che ognuna si sente… io il
parto, come la gravidanza, l’ho vissuto come parte di un atto sessuale,
che ha bisogno della sua intimità, del suo momento di amore. L’ospedale
manca di tutto questo. E ci sono parti che si possono fare a casa, e
principalmente è molto facile andare in ospedale in caso di necessità
in pieno travaglio (come per esempio è successo a noi tre). Ma il punto
è l’importanza di riprenderci il nostro corpo, di imparare ad
ascoltarlo, di comunicare con il corpo che è dentro di noi. Il
programma che abbiamo seguito mi ha insegnato molto, e poi in pieno
travaglio (in ospedale con 7 ore di ossitocina) ho potuto fare uso di
questi insegnamenti. Nessuno ci ha dato delle lezioni, ma il percorso
che abbiamo seguito ci ha aiutato a immaginare il parto guidato da noi
stessi e ci ha dato gli strumenti per affrontarlo.

Certamente
quacuno può pensare che è molto rischioso, ma devo dire che le
ostetriche hanno una capacità di monitoraggio molto alta e niente si
lascia passare, ma su questo scriverò dopo raccontando più
concretamente il programma. 

C’è un libro che ho usato: Manuale del parto attivo di Janet Balaskas (ci sono anche esercizi da fare durante la gravidanza)

C’è un sito dove si puo trovare materiale: http://www.nascereacasa.it

E anche un sito in castigliano: http://www.elpartoesnuestro.es/ 

La
parola d’ordine per me quando ho scelto di partorire a casa è stata
quella di riprendermi il mio corpo ed il mio parto, che noi donne
sappiamo partorire perchè è nell’essenza di noi stesse, con le
posizioni che noi scegliamo ed i tempi di cui i nostri corpi hanno
bisogno. Che nell’ultimo secolo  è diventato un’affare di uomini  che
hanno fatto della medicina non un’arte ma un affare, obbligandoci a
usare le loro posizioni più comode e  le loro anestesie piu costose, 
cercando di far dimenticare a noi donne  che il dolore unisce la madre
al bimbo e che il nostro corpo non ci darà nessun dolore che non siamo
capaci di affrontare, basta essere preparare, perchè noi abbiamo la
forza, noi abbiamo il potere. E non siamo sole, siamo insieme al
nostro, la nostra bebè.

Per chi fosse di Torino il numero di riferimento per contattare il "gruppo ostetriche parto a domicilio" del Sant’Anna è 011-3134774

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Music for my baby

Ormai tutti dicono che far ascoltare la musica al feto negli ultimi mesi di gravidanza sia utile e lo aiuti a svilupparsi.  Non solo, dicono anche che la musica classica sia la migliore e che all’interno della stessa il miglior autore sia Mozart. Certo i superfrikkettoni dicono che è troppo ok la new age o le robe tipo "suono delle onde dell’oceano che si infrangono su scogli muschiosi durante un temporale mentre un da lontano giunge la melodia di un’arpa".

In generale, prima di spendere soldi in cd o impazzire perchè un po’ vi sentite che anche se magari è tutta una stupidaggine comunque la musica male non può fare, fate come abbiamo fatto noi: aprite emule e cercate "baby mozart" o qualcosa tipo "gravidanza" o anche "embarazo" (si trovano più cose cercando in spagnolo che in inglese, almeno in questo campo), scartate tutti i porno e dovreste avere fra i file disponibili anche gli zip dei cd che in genere ci si fa regalare da parenti ed amici (ma devono essere un po’ frikkettoni) o che si vanno a comprare.

Li scaricate, li scompattate, li masterizzate, et voilà: potrete far ascoltare la musica "giusta" alla vostra pancia. 

PS: comunque Maia preferisce Djavan a Mozart.

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Usa e getta ecologici

Voi non lo sapete, ma ogni pannolino usato che gettate via è la causa dell’estinzione sempre più vicina di una specie a rischio. I panda ad esempio. O la volpe araba argentata.

Comunque sia decisamente non vi piace l’idea di consumare una quantità enorme di plastica e materiali sintetici, così come non vi piace pensare di appoggiare i delicati genitali del vostro neonato su una specie di tappeto di cristalli di silicone o simile, quelle robe super assorbenti che nelle pubblicità mostrano mentre assorbono senza perdere una goccia caraffe colme di liquido blu.

Nemmeno a noi queste idee piacevano e quindi abbiamo fatto due scelte: la prima è quella che useremo (o meglio: proveremo ad usare) i pannolini lavabili. Non inorridite, non sono come quelli di una volta: sono come dei pannolini usa e getta, solo che hanno i "bottoni a pressione" (che io ho sempre chiamato "pussuar", chissà come si scrive) e una parte interna che si butta, sono fatti con materiali decenti e, anche se costano un rene, alla fine si risparmia.

Questa era la prima cosa che abbiamo deciso, la seconda è che ok i pannolini lavabili, ma da subito, quando ne servono 150 al giorno, no. Quindi abbiamo recuperato in giro un tipo di pannolino usa e getta che è quasi completamente biodegradabile e non contiente (troppo) chimicume. Si chiamano "Moltex Oko" e si trovano anche in rete, in giro la confezione da 48 pezzi costa intorno ai 15/16€, e noi ci stiamo trovando bene. Certo, quando maia decide di allenare come si deve il culo capita che il pannolino non sia proprio a tenuta stagna, un paio di volte qualche body si è macchiato, ma non ha mai avuto né arrossamenti né reazioni allergiche.

Per ora quindi stiamo usando questi pannolini qui, in attesa di passare a quelli lavabili, che ora come ora sono ancora grandi per Maia. Poi magari quando iniziamo ad usarli scriviamo un post con una recensione…

PS: abbiamo provato anche un’altra marca di ecologici usa e getta, "natura è baby eco" o qualcosa di simile, e l’esperienza è stata negativa: non so se siamo stati incapaci noi di metterli bene, fattostà che tutte le volte che maia cagava un po’ di più ci ritrovavamo con body e pantaloni sporchi. 

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Accorgimenti per una buona poppata

Bere un bichiere d’acqua prima/dopo ogni poppata.

La tisana di menta e finocchio è buona e dicono che fa tanto latte, noi la teniamo nella teiera calda tutto il giorno.

Quello quello che ancora non sono riuscita a risolvere invece è come fare a non essere tutta bagnata a metà notte, cioè senza dover dormire col reggiseno… 

 

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