Non avevamo sentito mai parlare delle "colichette" finchè Maia è entrata nella seconda settimana di vita. Pianti serali inconsolabili che ci hanno portato a livelli di angoscia e di frustrazione genitoriale come mai avevamo potuto immaginare. Una volta andato via il sole (o la luce visto che siamo a Torino) Maia iniziava un pianto molto forte muovendo allo stesso tempo le sue gambine sù e giù. Il terzo giorno il pianto è iniziato prima, io ero da sola a casa con la bambina e quindi trovavo come unica cosa che la calmasse metterla al seno, ma dopo un po ricominciava… in serata quando il papà è tornato dopo l’ennesima poppata per calmarla Maia ha fatto un vomito lunghissimo che ci ha spaventato come poche cose nella vita (la nostra) e ci ha sporcato mezza casa (che è comunque molto piccola). Intanto, come primo consiglio digestivo, vi dico che è utile (molto) fargli fare il ruttino.
In mezzo al panico abbiamo chiamato un pediatra (che ci è costato 70 euri) e che ci ha detto con molta semplicità: "meteorisma"… e io mi sono veramente sentita nel mondo di marte dove mille meteoriti mi passavano accanto senza toccarmi e senza sapere fino a quando sarei riuscita a sopportare tanto stress… sentendomi una extraterrestre che si dispera per un po’ di gas nella pancia della figlia… Il medico ci ha detto quindi che erano "normali colichette" e ci ha prescritto il mylicon.E’ stata la prima volta che abbiamo sentito parlare di colichette, così abbiamo chiesto un po’ in giro ed un’amica con una bimba di due anni mi ha detto che ha usato il mylicon e che per sua figlia è servito.
Noi abbiamo preferito provare un’altra strada, cominciando con un corso di massaggio ai bambini, dove ci hanno insegnato dei massaggi per la pancia. Devo dire che questi corsi servono più a confrontarci con altri genitori che a imparare a massaggiare i bebè, infatti il libro "Shantala" di Frederick Loboyer (da leggere anche: "Per una nascita senza violenza") dice tutto il necessario per affrontare la bellissima aventura del massaggio al neonato.
Sui pianti serali abbiamo sentito e letto molto, confrontarsi con un bambino che piange non è facile, e capire che per loro è necessario ed importante piangere è ancora più difficile. Tra le cose che abbiamo sentito la teoria che ci è più piaciuta dice che le coliche sono una conseguenza dello sviluppo non ancora completo del sistema nervoso: immaginando il sistema nervoso come se fosse fatto da cavi elettrici e questi cavi, nei bambini appena nati, fossero ancora senza guaina, provocando dei corto-circuiti. Per i neonati tutto in questo mondo è nuovo e tutti sono stimoli, quindi all’arrivo della sera hanno bisogno di scaricare i nervi che sono stati continuamente stimolati durante il giorno. È per questo che dopo questo pianto loro sono tranquilli, delle volte più che prima. Aiutarli è quasi imposibile, possiamo solo accompagnarli durante questo momento, con tanto amore, pace e pazienza in un ambiente con pochi stimoli e magari tenendoli vicini a noi.
Però questo non ci bastava perchè questi pianti, anche se "solo" di quindici minuti, ci angosciavano. Siamo quindi andati da un medico omeopata che ci hanno raccomandato, il quale tra le altre cose ci ha prescritto un rimedio che si chiama "R37", in compresse, che serve a distendere lo stomaco, e devo dire che per quanto ci riguarda ha funzionato.
L’ultima soluzione l’abbiamo trovata quasi per caso. Siamo andati dalla osteopata per far vedere la mia cicatrice del cesareo e le nostre ostetriche ci avevano detto di portare Maia, che delle volte la posizione che hanno i bambini dentro la pancia gli genera dei dolori. Quando ho raccontato alla osteopata che Maia aveva questi piccoli disturbi mi ha chiesto come era andato il travaglio di parto, quando le ho spiegato che è durato due giorni e che le ultime sette ore sono state con ossitocina per finire con un taglio cesareo perchè Maia era "di faccia" e non "di testa" per cui io non dilatavo, mi ha detto che vedeva che la nostra bambina aveva nella nuca una contrazione importante, l’ha presa e facendole dei massaggi le ha sbloccato la nuca (non senza un forte pianto di Maia) spiegandoci che in quella parte del suo collo passano dei nervi che sono quelli dell’apparato digerente e che essendo bloccati le generavano fastidi e sofferenze. Poi ha massaggiato e sbloccato anche il coccige e Maia, che da qualche giorno aveva problemi anche a fare la cacca, ha fatto una bellissima cacchina che ci ha riempito di orgoglio, tramutatosi subito in rossore perchè si è sporcata tutta… ma proprio tutta, dal body fino ai pantaloni. L’osteopata ci ha anche spiegato che piangeva molto perchè quei massaggi le facevano rivivere un po’ il parto, ma che era necessario farlo. Quando siamo andati via io ero ancora un po diffidente ma disposta a vedere come andava: Maia ha dormito dodici ore di seguito (la mettevo al seno, mangiava e continuava a dormire) e da lì ha cominciato a sorridere, dorme di più e le coliche sono andate via. Ogni tanto piange di mal di pancia ma capita solo quando ci dimentichiamo del R37 che va dato tutti i giorni, e comunque molto meno di prima.
E così abbiamo imparato che sebbene il pianto del neonato possa essere considerato il suo "normale" modo di comunicare, bisogna ascoltarlo ed essere aperti a provare diverse strade.