I libri, che sempre fanno parte della vita, non rimangono di lato in questa tappa che noi chiamiamo “ingresso nella genitorialità”. Per cui avere un libro che si occupi "dalla nascita ai tre anni" è un consiglio che faccio di cuore (e mente). Noi abbiamo avuto un libro un po’ così, ci è arrivato per caso da una amica che ci ha portato un po’ di cose per bambini piccoli e tra queste c’era “Il mio bambino” di Schilte-Auzouy. È
stato molto molto utile, non per la brillantezza del libro ma perchè ci dava dei momenti di confronto, di scoperta su questa “cosa” nuova che abbiamo e non sappiamo bene cosa farne… cioè alcune cose ce le ha insegnate il libro, ma più che quello leggerlo ci dava dei momenti di riflessione sulle cose che ci succedevano e il tipo di risposte da dare/avere, infatti non sempre siamo stati d’accordo con le cose che dicevano gli autori, ma è stato ottimo per avere degli spunti e allo stesso tempo per organizzarci sulle cose a venire nel futuro immediato. Tratta temi che vanno dal primo latte (colostro), al primo bagnetto, i vaccini, il rapporto con il papà, ridiventare donna, la sessualità, e molti altri.
Dopo un po’ abbiamo scoperto un libro che ci piace molto di più, è delle Edizioni Red (casa editrice che ci sentiamo di consigliare molto) e s’intitola “Abbiamo un bambino” di Grazia Honegger Fresco, ci piace perchè è più vicino ai nostri interessi ed ha uno sguardo più “naturista” anche nelle soluzioni domestiche di come sistemare la casa per evitare incidenti, come fare dei giocatoli, lo sviluppo del linguaggio, il tipo di scarpe da usare, come insegnare a dormire creando una serie di abitudini da fare ogni sera insieme, ecc.
Durante la gravidanza la mia bibbia è stata il "Manuale de parto attivo" di Janet Balaskas. È un
libro molto utile perchè inizia con una riflessione sulle posizioni al momento del parto, su come è stata mutata la posizione per partorire in funzione dell’uomo/medico e la sua praticità per ricevere il neonato, o addirittura per vedere meglio la nascita (è il caso della corte francese), ci sono anche dei disegni sulle posizioni del parto nella storia. La Balaskas propone un parto dove ognuna conosce il proprio corpo, e per arrivare a questa consapevolezza ha bisogno di allenarsi, quindi nella seconda parte del libro ci sono degli esercizi da seguire, e ci sono anche esercizi per il post parto. Anche Janet Balaskas ha un libro dalla nascita ai tre anni.
Frederic Leboyer è un autore da leggere, il libro "Per una nascita senza violenza" ha un bel concetto ma non mi è piaciuto come è scritto. Invece dello stesso autore ho trovato molto, ma molto utile "Shantala, l’arte del massaggio indiano per far crescere i bambini felici", questo libro è un bel regalo per una neomamma e costa poco. Leboyer è un medico precursore di una pediatria e nascita diverse, considero che è molto interessante leggerlo, magari nel ultimo trimestre quando il pancione ci regala notti d’insonnia.
Ho letto all’inizi "Il linguaggio segreto dei neonati" con il suo mettodo e.a.s.y che parla di iniziare ad educare i bimbi da subito ma mi è sembrato che non ha come priorità l’ascolto del bambino e neanche dell’istinto dei genitori (dentro di noi sappiamo cosa veramente necessita il nostro cucciolo senza bisogno di tante regole e schemi), per cui l’ho messo subito da parte.
Nella mia piccola libreria sulla nascita di Maia ho una triologia che considero d’avanguardia ma che non credo sia tradotta in italiano, l’autrice è una psicologa argentina che si chiama Laura Gutman: “La maternidad y el encuentro con la propia sombra”, “Puerperios y otras exploraciones
del alma femenina”, “Crianzas, violencias invisibles y adicciones”. L’auttrice fa un analisi psicologica che considero molto profonda, che io ho sentito con Maia, lei considera la dualità mamma-bambino una sola cosa, spingendosi a dire che l’anima della mamma è anche nel bambino, per cui
quando la mamma si trova davanti a questo nuovo essere si trova davanti a se stessa, da lì le difficoltà che abbiamo: sono nella capacità che ha ognuna di noi di vedere sé stessa senza nessun tipo di maschera: siamo fragili come un bebè, è un periodo in cui non possiamo esigerci di essere come normalmente siamo, bisogna fermarsi, osservare e approfittare di tutta quella sensibilità che ci da il puerperio, periodo eccellente per conoscere noi stesse, per crescere nell’anima. Laura Gutman dice anche che bisogna dare ad ogni bambino tutto quello di cui ha bisogno per non creare delle lacune che poi si porterà dietro per tutta la vita (cercando di colmarle con diversi tipi di dipendenze, che vanno dalla dipendenza di coppia fino alla tossicodipendenza), che bisogna dargli amore per farlo crescere sicuro, indipendente.
Quando ero incinta mi hanno regalato “Fate la nanna” ma ho capito che quello non era il sistema che volevo usare con Maia: secondo gli autori Estivill-De Bejar il bambino deve imparare a dormire da solo e nei primi tempi bisogna lasciarlo piangere nel lettino fin quando impara.
Noi preferiamo, come dice il pediatra spagnolo Carlos Gonzales in “Besame mucho” educare baciando, facendo sentire sicura la nostra bambina ma non per quello senza limiti e momenti fermi quando servono… limiti che speriamo quando sia il momento lei possa sfondare per farsi la sua strada, magari anche lei leggendo i suoi libri.