Sono appena tornata in tempo per il complemese 18 di Maia. Ero in Abruzzo a fare fotografie del terremoto e la sera prima sono saltata dal furgone verso la nostra macchina dove Maia ormai dormiva ma io non smettevo di guardarla e abbracciarla così tanto che l’ho svegliata. Ero stanchissima, tre giorni senza fermarmi un secondo tra macerie e campi, due notti freddissime dove non ho potuto dormire. Ma l’esperienza di allontanarmi di Maia per prima volta più di dodici ore, la certezza di poter uscire al mondo a fotografare ci fatto crescere a tutti e tre.
Essere madre mi ha reso più fragile, più debole. Sapere cosa significa avere un bambino mi ha fatto legare molto con le mamme "terremotate" e loro bambini, e allo stesso tempo non vedevo l’ora di tornare dalla mia bebè che ormai dovrò cominciare a chiamare bambina. Ma cosa ho visto e sentito in Abruzzo ve lo racconto sul mio sito.
I 18 mesi di Maia li festeggiamo con l’indipendenza perchè sua mamma ha potuto andare a lavorare fuori città, perchè ormai Maia parla tantissimo e sa dirti quando ha sete, quando ha la cacca (non sempre è giusto), quando vuole un biscottino, la pizza, il biberon, la banana; ma principalmente sa dirti quando NON VUOLE qualcosa, e purtroppo ci sono dei momenti in cui "non vuole" è la sua parola d’ordine… e non hai quasi più pazienza.
Maia a 18 mesi dorme nel suo letto in camera sua ma continua a svegliarsi due o tre volte la notte. Mangia da sola, nuota quasi da sola, sale sulla sedia rischiando di cadere ma non cade, e la mattina sveglia a sua mamma con un tenero "buen dìa". Capisce le due lingue (italiano e castigliano) ma parla più in italiano, comunque sia la "sua" lingua inventata è in esercizio tutto il giorno, incredibile ma non sta mai mai zitta!