Ci vogliono chiudere il micronido!

Alla cortese attenzione della
Dott.ssa Campini
Divisione Servizi Educativi
Città di Torino

Micronidi familiari

 
Vi scriviamo perché ci hanno informato che il Comune di Torino intende chiudere l’esperienza dei micronidi il 31 marzo del corrente anno, il che significa che il Comune toglie i vaucher alle famiglie per il pagamento e che i micronidi che si svolgono nelle sede delle Associazioni verrano chiusi.
Siamo  molto preoccupati di trovarci con i bambini a casa quando per noi questa è stata  una soluzione per i bambini che sono rimasti fuori dalle graduatorie comunali.
Esprimiamo tutto il nostro disappunto per una decisione che viene imposta al 31 marzo, ad anno scolastico iniziato e  non ancora terminato, e che non prevede una soluzione per le famiglie che si trovano così a dover far fronte a tre mesi scolastici senza nessun sostegno.
La scelta del micronido non è stata solo una scelta economica, è stata frutto di una scelta ben precisa rispetto al desiderio di offrire ai  bambini, ancora molto piccoli, uno spazio di socializzazione e apprendimento che sentiamo più a loro misura rispetto a una grande struttura e in grado di coniugare una dimensione più artigianale, che richiede ancora un grosso investimento da parte di noi genitori in prima persona, con una cornice istituzionale, garantita dalla mediazione dell’Associazione e dalla convenzione con il Comune.
Per alcune famiglie  gli aiuti da parte del Comune sono l’unica forma  per garantirsi  venti ore settimanali di micronido, se vengono tolte le convenzioni allora quei bambini dovranno rimanere a casa e non sappiamo ancora con chi. Consideriamo il micronido una risposta all’emergenza nido di questo paese, una risposta molto intelligente anche dal punto di vista pedagogico a misura dei nostri piccoli ma anche a misura delle famiglie.
Esigiamo inoltre che si possa continuare a svolgere il nido nella sede dell’associazione. Crediamo che il fatto che altre persone, formatori, educatrici, ostetriche, ci siano, di forma estremamente discreta, durante lo svolgimento delle mattinate non è altro che una grandissima ricchezza e garanzia per tutti noi, anche questa è stata una ragione per la nostra scelta, ci fa sentire molto più tranquilli. E non di meno importante è tenere conto di cosa significherebbe per i nostri figli un cambiamento cosi grande, per loro la sede del micronido è la loro seconda casa.
Di qui il nostro sconcerto, ad esperienza ormai avviata (e del tutto positivamente), scoprire che potrebbe essere bruscamente interrotta.
Richiediamo quindi:
che l’attività del micronido, nella sua forma attuale, possa proseguire fino a fine giugno 2009 e non essere interrotta al 31 marzo;
che continuino ad essere erogati i vaucher almeno fino a giugno 2009;
che l’esperienza di questo gruppo di famiglie possa continuare il prossimo anno scolastico nella composizione attuale mantenendo così la continuità educativo-pedagogica e i rapporti che i bambini hanno instaurato.

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Di ritorno alla pellicola

Anche se in realtà l’ho sempre preferita, da quando Maia è nata ero passata al digitale, tanto comodo, tanto carino, tanto veloce,  ma …  tanto, anzi troppo! Troppe foto! Mille, in migliaia di cartelle, in tutte le posizioni, momenti, scoperte (scoperte di Maia, ma anche nostre su cosa è avere un figlio), in tutti i dischi del computer (che in realtà per noi è solo uno perchè usiamo linux), tante tante tante che non riesco a trovarle, non hanno un ordine, e per di più di buone ce ne sono poche! È che è cosi alla mano fare le foto col digitale, le facciamo tutti, tante che qualcuna deve venire bella! per forza! invece no. Invece di mille foto del compleanno alla fine non ne abbiamo quasi nessuna…

E sono tornata alla pellicola, voglio avere gli album. Certo che con il digitale uno può sempre fare il cd e portarlo a stampare, (ma anche se stampano in carta fotografica sono sicura che non è lo stesso che la stampa da un negativo pellicola, non sono sicura di cosa ne sarà dei colori tra cinque anni, anzi, quelle digitali stampate che ho da cinque anni sono scolorite…), ma per di più mi propongo di scegliere le migliore, ritoccarle, ecc, ecc e poi alla fine rimangono nel pc (certo qualcuna va a finire nel web ed è questa la ragione per cui non butto la digitale ma anzi la continuo a usare!), e alla fine Maia ha fatto un anno e non abbiamo foto "reali" per fare un suo album…

Ho preso una scelta estrema: macchina compatta con pellicola, 400 asa colore. Niente digitale, niente FM2 nikon ma la macchina più semplice che c’è, tipo quelle che mi hanno regalato quando avevo 8 anni, ma stavolta con il flash!! sì, ci voglio pure il flash, niente tirare la pellicola, illuminare, cercare la fonte di luce. No! voglio le foto della mia bambina, come una semplice mamma che vuole congelare ogni momento della loro scoperta in questo gioco che si chiama vita!

Ah, è un’altra cosa: voglio che quel congelare sia un momento speciale, in cui ci si concentra per quello. Ho sentito che con il digitale si fanno tante foto che alla fine l’esperienza diventa fare la foto e non l’esperienza in sè stessa! Cioè alla fine salire sull’albero perde il suo incantesimo e diventa "lafotosullalbero" e ci dimentichiamo del gusto del legno, delle foglie, o pure la paura di vedere quell’esserino fare delle cose che fino a qualche secondo fa lo credevamo impossibile.

Sono tornata alla pellicola per godermi quei momenti e anche per godermi quelle fotografie! 

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scena 2

(scena 1/ camera sua: battaglia campale per
metterle un pannolino)

scena 2/ bagno

Mamma di Maia fa la pipì. Maia la guarda appoggiata sul bidet.

Mamma di Maia: vedi Mamma fa la pipì qui, ha una mutanda  che è
questa e non usa pannolino. Quando tu impari a dirmi pipì pipì non
userai più pannolino.

Maia: pipì pipì pipì!!!!!!!

:/

 

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Vieni alla festa!

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5 minuti, solo 5 minuti!

Appena tornate  dal nido. Dopo un
piatto di pasta in bianco, fatto al volo (il massimo che mi posso
permettere a pranzo, non mi venga mai in mente di preparare un sugo)
ho detto a Maia: adesso dammi 5 minuti che voglio lavare IL piatto e
le due cose della colazione.

Prima ha aperto il cassetto del mobile
della cucina e buttato tutto per terra, poi ha preso la carta
alluminio e l’ha srotolata completamente.

Mezzo minuto dopo ha aperto la spazzatura organica e
quando l’ho guardata aveva in bocca una prugna andata a male che
avevamo buttato la mattina, ma dopo aver svuotato la moka, quindi era una
prugna "al caffè". Per cui ho messo fuori in balcone la
spazzatura lasciando la porta aperta, visto che c’è una sbarra
e lei non può uscire (altrimenti si mette dentro il bagno della
Juanita, anche se questo non evita che si metta in bocca la cacca
della gatta grazie al contributo attivo della gatta appunto, cosa che ha già fatto). Lì ho avuto un minuto di
silenzio, ma poi è tornata dalla camera senza la salopette,
cioè a gambe nude, non ho idea di come cavolo abbia fatto a
sfilarsela, e siccome qui a Torino ormai fa freddo ho dovuto togliermi i
guanti, chiudere il rubinetto e infilargli i pantaloni, lasciandola
però scalza. Torno al lavandino, finisco e la trovo guardando
con molto amore ancora la spazzatura organica, a quel punto alzo
il coperchio e scopro che aveva nascosto dentro una delle sue
scarpe!

tutto in 5 minuti!

che pazienza essere madre…

(mentre scrivo spinge a tutta velocità
il suo carrello con una bacinella sopra che è più
grande del carrello e quindi più grande di lei)

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Inserimento fase 2

Per cercare di riportare nei ranghi la disperazione dell’inserimento all’asilo abbiamo provato a cambiare un po’ approccio: la mattina la porto io, dopopranzo va a prenderla la mamma. In questa maniera saluta la mamma sulla porta di casa, rimanendo con papà, quindi (si spera!) un distacco più dolce, e poi al micronido si stacca dal papà, cosa che in genere gli riesce più facile.

Il primo distacco effettivamente è sempre riuscito bene, anzi, ora maia sa che quando è vestita è pronta per uscire col papà, mi guarda e mi fa segno "dai, prendimi in braccio e andiamo!"… e chiaramente io sono contento, perchè è lei che mi sta chiedendo una cosa fra me e lei! Poi arriviamo sulla porta e lei fa ciao e saluta la mamma, fa versi contenti mentre scendiamo le scale e ormai non strilla manco più quando la metto in macchina, nel seggiolino, anzi, ultimamente si accomoda per prepararsi al pisolino che farà fino al portone del micronido.

Arrivati al micronido si sveglia dal portone fino all’ingresso dell’appartamento e… beh, capisce che la sto per lasciare e agisce di conseguenza: immediatamente diventa l’essere più affettuoso del mondo, mi abbraccia, mi sorride, mi stringe, mi fa le carezze (!!) e se per caso intuisce che è arrivato il momento per me di andarmene allora inizia la fase 2, che poi è quella che mi fa arrivare a pensare "beh ancora due minuti…".
La fase due infatti consiste innanzitutto in un inasprimento degli abbracci, poi si concentra sullo sguardo, mi guarda negli occhi e inizia a piangere con tanto di lacrime ed espressione di disperazione, come dire "oooooh nooooo padre mio! cosa stai facendo!! non vedi come soffro!! non mi abbandonare!!", per cui è davvero difficile rimanere impassibili… io uso un approccio "graduale": prima ci avviciniamo all’educatrice (e man mano che ci si avvicina aumenta l’intensità del pianto e le fattezze da disperata) poi, mentre sciolgo l’abbraccio e me la sbaciucchio, gliela passo direttamente, e a quel punto in genere maia rimane un attimo stupita, come per dire "nonostante tutta questa mia disperazione tu mi lasci lo stesso!?!?!", ma si tratta di poco tempo che riprende il pianto con maggiore intensità, guardandomi… com’è difficile allontanarsi, sembra una stupidaggine ma comunque mi devo forzare un po’, perchè il realtà la voglia è quella di prenderla, tenerla stretta e sedermi per terra lì con lei…

Comunque dopo questo cambio a me sembra di percepire un miglioramento: siamo passati da "ha pianto quasi tutto il giorno" a "ha pianto quando il papà è uscito e poi ha giocato, mangiato, ecc"… insomma, si sta abituando… e meno male!

Speriamo solo che non succeda poi il contrario, tipo che la vado a prendere e non vuole venire via con me, sarebbe un tale colpo per il mio ego di neopapà!!

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Siamo sempre di più!!!

Questo post può sembrare un po’ strano, ma siccome questo è blog esiste
anche per raccontare le cose che ci succedono, è giusto scrivere qui
anche quise: da un po’ di tempo ogni volta che riceviamo la notizia di
amici "incinti" ci invadono un’enorme felicità ed entusiasmo e passiamo
dei giorni a sorridere dentro di noi e tra noi stessi. E poi nel mezzo
della cena oppure mentre si mette in ordine la casa uno dice all’altro:
"ma che belli magari possiamo mandargli i vestiti d’inverno visto che
nasce come Maia in autunno", oppure: "quel capellino rosso che ci hanno
mandato dall’Uruguay, usato da … potrebbe starle benissimo a …". E
ci preoccupiamo per la futura mamma, ci raccontiamo "non sai è un
maschio!!", le voglio prestare la mia amata salopette… Regaliamoli una fascia!
È estremamente strano, nel senso che noi non siamo mai stati amanti
dei bambini, e se andavamo ad un parco lo facevamo di sera quando quegli
"esserini" dormono. E forse non è soltanto felicità della nascita di un
nuovo bambino al mondo ma forse è felicità per una coppia di amici che
iniziano a vivere la cosa più sconvolgente e fantastica che ci sia mai
successa.

Sicuramente c’è anche dell’altro: la consapevolezza di avere qualcuno in
più dalla nostra parte. Cioè, dopo essere diventati genitori gli amici
si sono divisi in "quelli con e quelli senza bambini", e tutti valgono
lo stesso ma delle volte con "quelli senza" ci dobbiamo sforzare per

parlare durante una cena di cose che non riguardino i bimbi, che sono la cosa che più abbiamo in mente (e va bene, perchè non si può vivere
sempre parlardo di loro!), ma quando ci si incontra con amici genitori
allora ci sono mille esperienze, dubbi, racconti da farsi che ti viene
la voglia di stare sempre sempre con loro. Di condividere le esperienze,
i dubbi, i vestiti.

Cominciare ad essere genitori in questa Italia dove pochi intraprendiamo
questo percorso, e lo facciamo pure dopo i 30, fa anche sì che ci si
senta molto soli, gli amici-famiglia sono pochi e quindi si fatica un
po’ a creare reti di aiuto, per cui quando sappiamo che dei nostri amici
sono "incinti" siamo molto felici, e quando sono pure in 2 la felicità è
doppia!!!!

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Inserimento…nella disperazione

Siamo al nono giorno di inserimento al nido e sono sempre più
disperata.

A parte il fatto che non ho scelto di fare l’educatrice e quindi
essere al nido tutti i giorni lo trovo di un noioso incredibile, Maia
ha deciso che neanche a lei piace quel posto senza di me e quindi
dopo poco che vado via si mette a piangere disperata e il mio
telefono suona per farmi tornare indietro. Oggi dopo quindici minuti,
normalmente non più di mezz’ora. Per farvi capire quanto
difficile sia la situazione vi racconto che settimana scorsa scendo,
dovendo tornare dopo un’ora, trovo un centro estetico e mi viene in
mente: "la ceretta! domani torniamo alla scuola di nuoto e io
sembro una tedesca…magari c’è posto proprio adesso!" e
c’era posto! eccomi li con la gamba in su, piena di cera e il
telefono che suona, rispondo e sento gli strilli di Maia e la voce
dell’educatrice disperata che mi chiede di tornare in fretta. Mezza
ceretta.

Oggi la bambina compie i suoi undici mesi, quindi non è
tanto tanto piccola, cioè forse si ma per quello che vediamo
in questa società è abbastanza normale che alla sua età
cominci il nido. E poi il nostro nido è steineriano, massimo
quattro bimbi, e adesso sono solo in due, tempo breve, un
appartamento carino, tutto di legno, l’ educatrice peruviana li parla
nella stessa lingua che la mamma… invece Maia non vuole. E come le
faccio capire che è la migliore soluzione che c’è? Si
va al nido in bici, per la pista ciclabile costeggiando il fiume, è
vicino la facoltà di mamma e costa solo 150 euro?

Oggi ho un sacco di dubbi, ho scelto di starle vicino tutti questi
mesi cosi diventava indipendente e invece anche se cammina mi si
attacca alla gamba e non c’è forma di staccarla.

L’altro problema è che non vuole mangiare niente, anzi
vuole mangiare solo prosciutto cotto e i grissini di suo papà.
Ma sullo svezzamento ancora non ho scritto niente solo perchè
ancora non abbiamo nessun tipo di "maiahowto" che possa
aiutare, anzi siamo molto confusi e frustrati. Giorni interi dietro
frutta e verdura biologica, carne senza ormone, ecc, ecc e tutto
assolutamente tutto va a finire nel secchio dell’organico (che non è
lo stomaco di Maia). Mi aveva detto un’ostetrica e anche una
nutrizionista dietologa (la nonna) di non preoccuparmi molto del
mangiare, (cioè insegnarle gli orari del mangiare, i riti, il
momento di incontro ma se non mangia molto non importa perchè
ha il seno), che iniziato il nido si sarebbe messa anche lei a
mangiare insieme agli altri bimbi, invece non se lo sogna, sputa
tutto. Continua l’allattamento al seno e io inizio a chiedermi se non
sarebbe ora di prendere misure drastiche smettendo completamente.

Ho un sacco di dubbi, ho veramente bisogno di ripartire con una
mia vita, non che questa non lo sia, anzi sono felice come mai
insieme a Maia, ma ho bisogno di ossigeno, di pensare al fallimento
di Lehman, di andare ai funerali di Abdul Salam Guibre a Milano, di tradurre un articolo
sulla Bolivia… ma come si fa a fare capire tutto questo a una bimba
di undici mesi?

 

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Ecologici e “gli altri”

Tanto tempo fa (ok, è poco, ma a vedere i cambiamenti di Maia sembra sia passato un secolo!) abbiamo scritto questo post riguardo ai pannolini. L’altro giorno abbiamo finito i pannolini e ci siamo detti: "ok, adesso è grandicella, possiamo metterle anche una marca xyz che non sia quella super-eco-anallergica", per cui sono andato a comprare dei pannolini "normali", e nemmeno poco costosi, visto che 22 li ho pagati più o meno 14€.

Manco a dirlo, a Maia è venuto tutto il culetto rosso e ieri sera aveva anche due piccole piaghe che la facevano strillare… poverina! Mi sono subito sentito in colpa e, in seconda battuta, ho dovuto mandare maledizioni gravi a questi che producono questi orrori… si dichiarano "senza clorina", ok, niente cloro quindi, ma che cavolo ci sarà dentro per far avere questa reazione?

Siamo, ovviamente, immediatamente tornati ai moltex e, con l’aiuto di una crema uruguayana ("Dr. Selby") che non brucia, Maia sta già tornando alle sue condizioni normali!

Evviva!

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Stress ad alta velocità

Non ho mai mai avuto tanto stress come in questi giorni… solo oggi ho rischiato l’infarto più di venti volte: Maia si è annoiata di stare per terra e si butta nello spazio a piccoli passi senza prendere nessun sostegno, anzi, con le mani occupate. E pensare che una settimana fa le abbiamo comprato un paio di scarpe per bebè (quelle belle, in pelle, australiane, ecc ecc)… invece giù a Roma con una amica siamo entrate in un negozio di scarpe per vedere quelle per i primi passi, le abbiamo provato un paio e Maia è partita sparata verso l’uscita!!! Camminava molto meglio!! 

La cosa più bella è che incredibilmente ha un sacco di equilibro, cosa molto buona, ma così uno non sa mai quando cadrà davvero, perchè, cerco di convinvermi, è normale che cada e se si faccia male, devo essere calma e gestire la cosa come un adulto, è questo che mi fa ancora più panico.

Oggi al nido, in pieno inserimento con un altra mamma, Maia si è messa in piedi e ha fatto quattro passi da sola, noi con l’educattrice la guardavamo allibite, io avevo gli occhi di fuori e quando Maia ha perso l’equilibro ha avvicinato le mani al pavimento e semplicemente si è rimessa a gattonare… noi non lo potevamo credere… Io ho detto all’educatrice "non so come esprimermi sento molta felicità e allo stesso tempo tristezza, nostalgia" e l’educatrice mi ha chiesto "nostalgia di cosa?", "di come così presto non è più una bebè…" e lei: "ma si è ancora una bebè", si è certo ma ogni giorno meno, ogni giorno i nostri cuori sono più contenti di vedere i suoi nuovi passi e così ci rendiamo conto che è ora di cominciare a preparare la nostra festa: il suo compleanno!

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