“Troppo rumore”

Quasi un anno fa abbiamo traslocato in un nuovo appartamento
("nuovo" per noi, non nel senso di costruito da poco) per avere una
stanza in più per Maia. L’affitto non eccessivamente alto e la zona
centrale ci hanno convinto, così abbiamo fatto il passo.

L’appartamento
che avevamo trovato era al secondo piano ma abbiamo fatto scambio con
gli inquilini del terzo, che essendo anziani avevano piacere di
scendere di un piano, così avremmo anche risparmiato una manciata di
euro sull’affitto.

All’inizio nessun problema, poi di colpo è iniziato il delirio: il vecchio (sì, vecchio,
non anziano, perchè anziano ricorda una persona canuta e gentile) ha
deciso che facevamo troppo rumore. La casa è effettivamente rumorosa,
essendo una vecchia costruzione non ha insonorizzazioni tanto che noi,
ad esempio, sentiamo la televisione dei vicini o i passi di chi vive
sopra, ma tant’è, non è certo colpa degli inquilini se la casa è
costruita così, né ha senso nemmeno considerarli fastidiosi: sono
rumori normali, che le persone fanno quando vivono.

Invece per
noi è iniziato un vero problema, il vecchio ha iniziato a insultare, a
battere continuamente, è arrivato persino ad aggredirmi una volta che
sono sceso per dirgli di lasciarci in pace, bontà mia che non ho
risposto perchè sarebbe ovviamente bastato reagire un poco per fargli
del male, ma il punto è che una persona di 60/70 che aggredisce una di
30 in preda ad una crisi isterica ha evidentemente dei problemi.

La
situazione poi si è andata aggravando sempre di più, praticamente non è
possibile per Maia giocare con una macchinina, far cadere una cosa,
spostare una sedia, senza dover ricevere da quello di sottouna serie di
colpi che ora come ora comprende, a volte ne rimane spaventata, noi
invece non possiamo pensare di invitare qualcuno a casa e per fare
serenamente una cena fra amici, poichè anche il rumore dei passi in
cucinaè una scusa per battere e insultare dal balcone.

C’è chi
dice che la malattia mentale non esiste, mettiamo anche sia così, ma
noi ora come ora abbiamo al piano di sotto un individuo che ci
impedisce di vivere serenamente, che ha mostrato di essere aggressivo,
con il quale è impossibile qualsiasi confronto, che sta non solo
rovinando la vita a noi genitori, che se fossimo da soli sapremmo
gestircela agevolmente facendo feste tutte le sere, ma sta anche
iniziando a colpire Maia, che si accorge di quando questo batte e grida
(e come non potrebbe, lo fa fortissimo) e anche di quando noi,
esasperati, rispondiamo. Che soluzioni, che possibilità abbiamo, come
ci dobbiamo comportare con una persona così? Come andrebbe
classificata?

Per ridurre i rumori camminiamo in ciabatte, abbiamo messo i feltrini sotto le sedie, ma è chiaro che il punto non è quanto rumore facciamo ma qualsiasi
rumore facciamo, a volte basta una stupidaggine per far scatenare il
vecchio di sotto, e ormai non sappiamo cosa fare se non metterci a
cercare un altra poco probabile occasione e affrontare un nuovo
trasloco, con tutti i sacrifici che questa soluzione comporta. La
situazione è diventata insostenibile, tanto che Maia non può nemmeno
giocare correndo in casa (certo, anche lei solo con le calze
antiscivolo, mica con le scarpe!) senza dover subire la reazione di
quello di sotto.

Io ovviamente sono incazzato come non mai,
perchè la situazione è semplicemente ingiusta, per noi e per Maia,
perchè capisco se facessimo feste, delirio, invitassimo tutti i bimbi
del nido tutti i pomeriggi, ma non è così, anzi, non possiamo nemmeno
pensare di farlo e dobbiamo limitarci in tante altre cose, perchè
questo vecchio è fuori di testa, e siamo preoccupati dalle sue
reazioni: finchè batte è chiuso a casa sua, ma è già capitato che esca
a urlare per le scale, per cui la volta che gli va troppo sangue alla
testa e sale? Magari quando io non ci sono?

Non so, la situazione
è davvero pesante, io non voglio far crescere Maia in questa maniera,
impossibilitata a giocare con le costruzioni perchè altrimenti il padre
rischia di dover arrivare alle mani di quello di sotto, già costretta
in un appartamento e pure obbligata a limitarsi come se potesse sapere
(e come se avesse un senso!) che trascinare un gioco le costerà insulti
e colpi sotto la sua stanza.

Non avremmo mai pensato di trovarci
in una simile situazione, perchè è fuori dalla nostra logica pensare
che qualcuno possa prendersela con una bimba di 17 mesi che il
pomeriggio alle 4 butta per terra un giochino di plastica, per cui non
avevamo messo in conto che la cosa migliore da fare è cercare
appartamenti al piano terra, dove la convivenza con eventuali fuori di
testa è limitata alla condivisione di alcuni pareti e quindi diventa
più facile gestire la questione.

Io sono abbastanza disperato
perchè non vedo nessuna soluzione se non andare via, ma a noi la nostra
nuova casa piaceva e ci abbiamo investito molto… è veramente
incredibile che anche su queste norme di convivenza in Italia non vi
sia possibilità alcuna di farsi valere: nessuno può dire niente,
nessuno può fare niente, forse con qualche denuncia (mah) fra anni gli
faranno un richiamo, ma niente di realmente utile a convincere un
vecchio mezzo matto, che può quindi continuare a battere ed insultare
una bambina che ha solo la pretesa di vivere nella sua casa.

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I libri, nostri migliori amici

I libri, che sempre fanno parte della vita, non rimangono di lato in questa tappa che noi chiamiamo “ingresso nella genitorialità”. Per cui avere un libro che si occupi "dalla nascita ai tre anni" è un consiglio che faccio di cuore (e mente). Noi abbiamo avuto un libro un po’ così, ci è arrivato per caso da una amica che ci ha portato un po’ di cose per bambini piccoli e tra queste c’era “Il mio bambino” di Schilte-Auzouy. È
stato molto molto utile, non per la brillantezza del libro ma perchè ci dava dei momenti di confronto, di scoperta su questa “cosa” nuova che abbiamo e non sappiamo bene cosa farne… cioè alcune cose ce le ha insegnate il libro, ma più che quello leggerlo ci dava dei momenti di riflessione sulle cose che ci succedevano e il tipo di risposte da dare/avere, infatti non sempre siamo stati d’accordo con le cose che dicevano gli autori, ma è stato ottimo per avere degli spunti e allo stesso tempo per organizzarci sulle cose a venire nel futuro immediato. Tratta temi che vanno dal primo latte (colostro), al  primo bagnetto, i vaccini, il rapporto con il papà, ridiventare donna, la sessualità, e molti altri.
Dopo un po’ abbiamo scoperto un  libro che ci piace molto di più, è delle Edizioni Red (casa editrice che ci sentiamo di consigliare molto) e s’intitola “Abbiamo un bambino” di Grazia Honegger Fresco, ci piace perchè è più vicino ai nostri interessi ed ha uno sguardo più “naturista”  anche nelle soluzioni domestiche di come sistemare la casa per evitare incidenti, come fare dei giocatoli, lo sviluppo del linguaggio, il tipo di scarpe da usare, come insegnare a dormire creando una serie di abitudini da fare ogni sera insieme, ecc.
Durante la gravidanza la mia bibbia è stata il "Manuale de parto attivo" di Janet Balaskas. È un
libro molto utile perchè inizia con una riflessione sulle posizioni al momento del parto, su come è stata mutata la posizione per partorire in funzione dell’uomo/medico e la sua praticità per ricevere il neonato, o addirittura per vedere meglio la nascita (è il caso della corte francese), ci sono anche dei disegni sulle posizioni del parto nella storia. La Balaskas propone un parto dove ognuna conosce il proprio corpo, e per arrivare a questa consapevolezza ha bisogno di allenarsi, quindi nella seconda parte del libro ci sono degli esercizi da seguire, e ci sono anche esercizi per il post parto. Anche Janet Balaskas ha un libro dalla nascita ai tre anni.

Frederic Leboyer è un autore da leggere, il libro "Per una nascita senza violenza" ha un bel concetto ma non mi è piaciuto come è scritto. Invece dello stesso autore ho trovato molto, ma molto utile "Shantala, l’arte del massaggio indiano per far crescere i bambini felici", questo libro è un bel regalo per una neomamma e costa poco. Leboyer è un medico precursore di una pediatria e nascita diverse, considero che è molto interessante leggerlo, magari nel ultimo trimestre quando il pancione ci regala notti d’insonnia.

Ho letto all’inizi  "Il linguaggio segreto dei neonati" con il suo mettodo e.a.s.y che parla di iniziare ad educare i bimbi da subito ma mi è sembrato che non ha come priorità l’ascolto del bambino e neanche dell’istinto dei genitori (dentro di noi sappiamo cosa veramente necessita il nostro cucciolo senza bisogno di tante regole e schemi), per cui l’ho messo subito da parte.

Nella mia piccola libreria sulla nascita di Maia ho una triologia che considero d’avanguardia ma che non credo sia tradotta in italiano, l’autrice è una psicologa argentina che si chiama Laura Gutman: “La maternidad y el encuentro con la propia sombra”, “Puerperios y otras exploraciones
del alma femenina”, “Crianzas, violencias invisibles y adicciones”. L’auttrice fa un analisi psicologica che considero molto profonda, che io ho sentito con Maia, lei considera la dualità mamma-bambino una sola cosa, spingendosi a dire che l’anima della mamma è anche nel bambino, per cui
quando la mamma si trova davanti a questo nuovo essere si trova davanti a se stessa, da lì le difficoltà che abbiamo: sono nella capacità che ha ognuna di noi di vedere sé stessa senza nessun tipo di maschera: siamo fragili come un bebè, è un periodo in cui non possiamo esigerci di essere come normalmente siamo, bisogna fermarsi, osservare e approfittare di tutta quella sensibilità che ci da il puerperio, periodo eccellente per conoscere noi stesse, per crescere nell’anima. Laura Gutman dice anche che bisogna dare ad ogni bambino tutto quello di cui ha bisogno per non creare delle lacune che poi si porterà dietro per tutta la vita (cercando di colmarle con diversi tipi di dipendenze, che vanno dalla dipendenza di coppia fino alla tossicodipendenza), che bisogna dargli amore per farlo crescere sicuro, indipendente.
Quando ero incinta mi hanno regalato “Fate la nanna” ma ho capito che quello non era il sistema che volevo usare con Maia: secondo gli autori Estivill-De Bejar il bambino deve imparare a dormire da solo e nei primi tempi bisogna lasciarlo piangere nel lettino fin quando impara.
Noi preferiamo, come dice il pediatra spagnolo Carlos Gonzales in “Besame mucho” educare baciando, facendo sentire sicura la nostra bambina ma non per quello senza limiti e momenti fermi quando servono… limiti che speriamo quando sia il momento lei possa sfondare per farsi la sua strada, magari anche lei leggendo i suoi libri.

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È finita

Purtroppo è finita. Non c’è più. Mai più.

L’ultima parte di uno svezzamento è senza dubbio molto molto difficile. Ma non difficile come pensavamo noi, nel senso di notti in bianco con pianti inconsolabili (avevamo avvisato ai vicini e chiedevamo scusa in giro per le scale prima di affrontare definitivamente la questione), è stata difficile, è lo è ancora a due settimane dall’ultima poppata, perchè è molto triste perdere quell’intimità, quei momenti di relax, di corpo a corpo che ci univano da ormai diciassette mesi.

È profondamente triste per la mamma. Infatti credo che la migliore cosa da farle sia un buon regalo, un regalo che sia una svolta per la vita di quella mamma che finalmente si rimboccherà le maniche e tornerà al suo mondo dove avrà bisogno di più strumenti perchè, a differenza di tutte le altre, è stata come minimo un anno fuori carriera. Ne parlavo con una mia amica che finisce di allattare adesso anche lei e si "regala" una telecamera, a me regalano l’attrezzatura fotografica digitale (purtroppo con la pellicola non si lavora mica, se hai una nuova bocca in famiglia da mantenere), ed è vero: ci meritiamo una spinta per essere buttate ancora nel mondo del lavoro (rimanendo sempre l’incognita se, essendo mamme, trentenni e ferme da più di un anno, riusciremmo a tornare a nuotare nelle acque salariali).

Come abbiamo affrontato lo svezzamento di Maia? Lentamente, molto lentamente. Non posso parlare qui di tutto lo svezzamento ma dico solo che Maia ha presso qualcosa oltre al seno quando aveva sette mesi (prima non ha presso neanche l’acqua) e ha iniziato a mangiare con ben quattordici mesi, prima giocava, mangiucchiava, conosceva, scopriva il cibo, ma di mangiare proprio non se ne è parlato fino a ben passato l’anno anche se noi abbiamo iniziato a sederla a tavola dai sette mesi.

A diciassette mesi abbiamo deciso di smettere l’allattamento per due ragioni: io ero stanca morta, le miei analisi del sangue erano tutte bassissime, e poi Maia non dormiva la notte, ma neanche il giorno. Voleva essere sempre attaccata, tutta la notte, due tre ore di seguito, e io non ne potevo più. Addirittura camminava sul lettone mentre noi due svenuti dal sonno dormivamo con un occhio aperto.
Dall’osteopata al pediatra, passando dall’erborista al medico antroposofo, tutti ci dicevano che il problema era il seno, che era ora di toglierlo.

Così, di ritorno dall’Uruguay,  e quindi finalmente con tutta la famiglia assieme, abbiamo iniziato l’ultima fase dello svezzamento. Prima abbiamo tolto le poppate di giorno, poi però c’è stato il vaccino dei dodici mesi (fatto con ritardo di quattro mesi) e lì Maia non ha mangiato per cinque giorni e quindi abbiamo ripreso come nei migliori tempi dell’allattamento a richiesta. Poi, dopo una decina di giorni, abbiamo ripreso lo svezzamento. Il papà ha giocato un ruolo fondamentale, infatti abbiamo organizzato il tutto in modo che fosse anche un momento di incontro tra bimba e papà, così da iniziare a riconoscersi, a stabilire un rapporto serio come è quello fra papà e figlia. Cioè dopo la gravidanza e l’allattamento è arrivato il momento di rompere la dualità e diventare anche lui un protagonista.

Due settimane senza tetta di giorno (pomeriggi interi col papà, la nonna, passeggiate e tutto quello che può distrarre una bambina) e poi, il weekend giusto abbiamo tolto quella della notte. Il venerdì, in preparazione abbiamo portato Maia dall’osteopata che le ha fatto un massaggio in testa perchè non dormiva, da quella sera Maia ha iniziato a dormire quattro ore di seguito (mai fatto in tutta la sua vita), poi si è svegliata e il papà gli ha dato il biberòn, poi un secondo biberon e al risveglio alle sei di mattina ha presso il seno, cosi è finita la prima notte con una sola poppata. La seconda notte un solo biberòn, e alle otto un’ultima poppata, e… questa è stata l’ultima, per davvero, era domenica quindici marzo 2009. Guardate la foto di Maia quella domenica mattina.


Per far andare via il latte ho dovuto prendere un rimedio omeopatico "ricinus" 15 ch, la ginecologa  mi aveva dato una serie di cose da fare ma io ho preferito fare tutto di forma molto lenta quindi ho solo preso il rimedio (mi aveva detto anche di prendere un purgante l’ultimo giorno di allattamento, fasciarmi e non bere liquidi), che devo prendere ancora per altre due settimane (due granuli 3 volte al dì). La stessa dottoressa mi ha mandato anche delle vitamine: Neomam della Solgar per tutto il mese, anche se non allatto più.

Maia non ha pianto molto, credo che lei abbia capito. Ho fatto in maniera di farglielo capire bene, poi quella pausa e ripresa credo abbia servito anche perchè lei capisse che in un momento difficile poteva sempre appoggiarsi su di me, che posso capire i suoi tempi, e quello le ha dato più forza. Non vuol dire che se dovesse stare male un’altra volta avrà di nuovo il seno, ma sono sicura che ora sa che potrà contare su di me.

Abbiamo anche guardato assieme Lucilla, una bimba piccola piccola che va al nido con lei, come prendeva il latte della mamma, abbiamo ragionato sul fatto che Lucilla non cammina, non ha denti, non fa tante cose perchè è piccola e quindi prende la tetta, Maia fa altre cose e quindi non la prende più.

Dice Maia : "tetta! Noooooooooo tetta no! mema!" (che è biberon in uruguaiano).

E così abbiamo finito una tappa della nostra vita, con pazienza, tempo e amore, e non senza tanta nostalgia per quel divano che Maia segnala la sera, dove vuole andare, ma che ancora non possiamo andare perchè era il divano dove l’allattavo e questo mi rompe il cuore, ma la mattina mi da la voglia di aprire la finestra e saltare fuori a fare un’altra volta tante cose che facevo prima.

Ormai Maia dorme nel suo lettino in camera sua, si sveglia una volta a notte, e noi riprendiamo a guardare qualche film, a chiaccherare a luci spente nelle ore piccole, a riconoscerci in un letto che è diventato inmenso.

Anche se non è necessario, o forse è di troppo voglio ribadire che per me allattare è stata una delle esperienze più belle della mia vita, una prova di amore e altruismo niente male per come siamo abituati in questo secolo XXI, una possibilità a fare una pausa e a imparare un’altra volta a comunicare e conoscerci guardando agli occhi senza parole, a dare senza chiedere indietro, ad amare in qualsiasi posto e qualsiasi situazione, senza tempo nè orologi. Ma è sopratutto e sopra ogni cosa un piacere, un grandissimo piacere.

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Uruguay: registraciòn de nacidos en el exterior

Questo articolo è in castigliano perchè d’interesse per quei genitori che vogliono nazionalizzare uruguaiani loro figli nati all’estero, come abbiamo fatto noi con la nostra piccola, che grazie a tanti giri e giri oggi ha due nazionalità. Speriamo così aiutare qualcuno facendogli risparmiare qualche fila inutile…

Maia naciò en Italia, de madre uruguaya y padre italiano, enseguida quisimos hacerle los documentos uruguayos, osea tramitar su nacionalidad uruguaya. Sabìamos que iba a ser un camino difìcil, con muchas vueltas, oficinas y perdidas de tiempo… y asì lo fue, asi que escribimos lo que se necesita esperando facilitarle la vida a algùn uruguayo que por el mundo ha tenido hijos y quiere nacionalizarlos uruguayos.
Primero que nada es importante decir que ya no es necesario registrar el nacimiento del bebè en los 10 dias siguientes al nacimiento, una nueva ley dice que se puede hacer màs tarde.
Documentos y tràmites a seguir:
En el paìs de nacimiento del bebè:
1- partida/certificado de nacimiento con firma de funcionario del pais donde naciò
2- certificaciòn en la Policia del mismo documento
3- autentificaciòn por parte del Consulado uruguayo correspondiente de la firma del funcionario del pais de origen de la partida de nacimiento (unos 30 euros)
4- en caso que el bebè viaje con uno de los padres hay que hacer, en el Consulado si el padre no viaja, un documento en el cual el padre que  da permiso al menor de salir del Uruguay (algo asì como 20 euros), aunque estè inscripto en el pasaporte de la madre (en mi caso italiano) cuando saldrà de Uruguay sarà uruguayo por lo tanto necesitarà un permiso uruguayo para salir del paìs.
En Uruguay
5- Certificaciòn en el Ministerio de Exteriores de la autentificaciòn hecha en el Consulado correspondiente (225 pesos uruguayos)
6- Traducciòn legal de dicha partida (depende del traductor, nosotros pagamos unos 300 pesos uruguayos)
7- Registraciòn en el Registro Civil (en dos pasos)
8- Sacar partida de nacimiento de madre o padre uruguayo (es lo que da la ciudadania al hijo, pues certifica la nacionalidad que viene trasmitida)
9- Cèdula de identidad vigente de dicho padre o madre
10- Cèdula de identidad del bebè
 
Primero que nada debes ir a sacar un certificado de nacimiento del bebè al lugar donde naciò (registro civil de su ciudad que en Italia se llama anagrafe) en la cual dice el nombre del padre y lugar de nacimiento, el nombre de la madre y su respectivo lugar de nacimiento y el nombre del hijo, luego ir a la Prefettura (policia) donde certifican la firma del funcionario por parte de la autoridad italiana. Entonces hay autenticarla por el Consulado uruguayo correspondiente (para nosotros que estamos en el norte de Italia es el Consulado de Turin), lo cual se hace en el mismo dìa pero es mejor llamar antes, y cuesta algo asi como 10 euros.
Con esa partida que tiene la firma del funcionario del registro civil y el sello de la policia italiana autenticada por el Consulado viajas a Uruguay (o lo puedes enviar a un tercero que harà los tramites) y presentas dicha partida en el Ministerio de RREE donde certifican la autenticidad de la autoridad que la ha certificado en el exterior (en nuestro caso certifican la certificaciòn hecha por el consulado de Milan), (cuesta 180 pesos uruguayos que son unos 6 euros y una fila bastante larga). Hay que traducirla por un traductor legal (alrrededor de 10 euros y una semana de tiempo), con ese documento en castellano se va al Registro Civil y se registra dicha partida, te daràn una fecha para volver y un nùmero de fichero, una semana despues con el nùmero de fichero y libro se retira la partida registrada se va  a otra oficina del mismo Registro Civil y con el numero y ficha se pide una copia (puede ser urugente entonces te la dan el mismo dia o tràmite normal que demora unos tres dias), y se saca nùmero para la cedula de identidad. Èstos tràmites en el Ministerio y el el Regisrto Civil pueden tambièn hacerse por terceros.
Pero para sacar la cèdula de identidad del bebè es necesario que el bebè estè presente, osea que estè en Uruguay.
Mientras se hacen los tramites en el Registro Civil conviene pedir tambièn una copia de la partida de nacimiento del padre o madre uruguaya que le pasa la nacionalidad al hijo pues tambièn este documento es requerido en Identificacòn Civil donde le haràn la cèdula. Conviene tambièn fijarse si la cèdula de identidad del padre o madre que transmite la nacionalidad està vigente, en caso que no lo estè entonces hay que sacar nùmero y hacerla, y si la cèdula estaba vencida y se perdiò hay que ir a una comisaria y denunciar el extravio.
Una vez en Identificaciòn Civil para sacar la cèdula del bebè hay que llevar:
– cèdula de identidad vigente del padre o de la madre
– partida de nacimiento del bebè (copia sacada en el Registro Civil)
– partida de nacimiento de padre o madre (copia sacada en el Registro Civil)
Una vez sacada la cèdula de identidad el bebè es uruguayo por lo tanto para salir del paìs tienen que estar los dos padres presentes en el aeropuerto o se necesita un permiso por parte del padre aqusente en el Uruguat, por lo tanto cuando se va al Consulado a certificar la partida de nacimiento conviene hacerlo con los dos padres y firmar un documento que dice que el padre que no viaja dà permiso al nino a salir del Uruguay (todo esto en el caso que el viaje no sea con los dos padres), creo que el documento dura 30 dias por lo tanto conviene hacerlo no antes de un mes antes del viaje.
La cèlula de los recien nacidos se saca en el  Hospital Pereira Rossel, donde han hecho unas oficinas solo para menores.
Pasaporte: una vez adquirida la celuda de identidad del bebè en Uruguay se puede pedir el pasaporte en el Cosulado correspondiente, en ese caso ya no es necesario hacer cada vez que el menor viaja un permiso para salir del Uruguay por parte del padre que no viaja, viajarà con el pasaporte.

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Mentre alcuni morivano di freddo

 

Gennaio in Uruguay, alla scoperta delle spiagge ancora selvatiche… un pò di vento, sole forte ma natura in tutti sensi. Una casa di legno, senza luce, ma con l’acqua corrente.

Purtroppo un rospo che non capiva di non essere benvenuto cercava di tornare spesso, ma il rumore del mare, anzi dell’oceano che si sentiva tutta la notte era meglio di una ninna nanna e faceva dormire Maia tranquilla, mentre alla luce di una pila leggevo qualche libro senza fretta. La camera, in un secondo piano aveva una finestra che dava direttamente sul mare, e vedevo sorgere il primo sole dall’acqua. La sera si cenava alla luce di un faro, a casa o in un locale in giro, passeggiate guardando le stelle in un paesino dove l’assenza di luce elettrica ci permette di vedere il cielo come ce lo sogniamo tutto l’anno ed è la luna quando diventata piena ad illuminarci il ritorno a casa, con  il passeggino  che doveva essere alzato a tratti perchè la sabbia non lo lasciava passare mentre Maia dormiva o anzi, cantava con i suoi cugini.

Colazioni in giardino, mai eravamo meno di cinque. Pian piano arrivavano quelli che dormivano dentro le tende (anche al mare ognuno ha voluto la sua privacy), faceva caldo e i rumori di posate facevano capire che alcuno era tornato dall’alimentari con lo yoghurt e il pane fresco. Si parlava anche di qualche notizia rubata dalla prima pagina di giornale, si parlava di Palestina e dell’attaco israeliano a Gaza, anche da qui è passata la tristezza e l’indignazione per quella foto della bambina sotto le macerie.

Maia, amante dell’acqua correva verso il bagnasciuga  senza paura, . Qualche volta ha pianto quando la mamma si è messa a giocare in acqua con i bambini più grandi ma è un mare cosi enorme che lei non poteva ancora stare. Una volta, in un laghetto sulla spiaggia è scappata e quando l’ho guardata era in acqua che affondava… ho pensato che non era passato più del tempo di un tuffo come quelli che fa in piscina e sono corsa a riprenderla, non aveva neanche ingoiato una goccia ma la paura è stata enorme, la mia, e lei ha pianto solo perchè l’ho portata via dall’acqua… quel giorno ho imparato che devo avere sempre mille occhi o tenerla a me legata. Ancora mi ricordo e mi angoscia.

Il sole in Uruguay è cosi forte, a causa del buco nell’ozono, che tra mezzogiorno e le quattro non lo si può prendere, quindi lo zio musico che suona la fisarmonica se la portava in giro sotto un ombrello nero e Maia si divertiva al pranzo della band che suonava la sera per venire pagata poi col mangiare e il bere. Una sera l’ho portata a vedere lo spettacolo dello zio Nacho, una band con teatro (basso, chitarra, fisarmonica, batteria,armonica e tant’altro), un vero spettacolo di rock, blues e jazz… "esta es la historia de una pebeta…" Maia era così felice di vedere lo zio in azione  e lo zio di vedere lei che, tra di loro, anche se il locale era pieno di gente sembrava vuoto, sembrava come se gli unici a suonare e ballare fossero loro due, come facevano tutti i giorni a casa tra fisarmonica, piedi scalzi e balli al ritmo della musica da circo. Era una festa.

Tutto questo mentre il papà moriva di freddo a Torino, e lavorava di fronte al computer.

 

 

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Elenco per la nascita

È difficile sapere cosa serve per l’arrivo di un neonato a casa, noi lo abbiamo scoperto insieme a Maia ma ci sarebbe stato utile un elenco come questo, quindi lo abbiamo fatto per tutti i genitori che sono in dolce (ansiosa) attessa:

a)vestiti per bebè

b)per la loro cura

c)cose per la casa

d)allattamento

a) vestiti per il bebè:  calcolare minimo due cambi al giorno
-tutine (con 5 va bene ma anche 10)
-body, possibilmente quelli che si aprono ai lati e non passano dalla testa
-pantaloni pagliaccetti
-cappelli (sia inverno che estate, i neonati spendono molte calorie nel mantenere la testa calda, calorie che possono essere utilizzate per lo sviluppo di loro corpo e organi che ancora non sono completamente formati, l’uso del cappello permette che le calorie vadano ad aiutare questo sviluppo)
-un golfino di lana buona (se potete 2 è meglio)

-un maglione di lana, una o due tutine di lana

-copertine di cotone e di lana (naturale non sintetico) per prenderli ed avvolgerli
se è inverno una tuta per uscire, quelle del tipo Michelen o a detta di altri “astronauta”


-calze e scarpini di lana

b) per loro cura:

-cotone per la pulizia ad ogni cambio pannolino (noi bagnavamo un pezzo
di cotone nell’acqua tiepida con qualche goccia d’olio che mettevamo in
un contenitore preparato apposta ad ogni cambio pannolino)
-crema per il cambio pannolino
-unguento di tea tree
-sapone/olio per l’igene
-olio per il corpo (calendula, jojoba, ecc)
-pannolini

-tintura madre di calendula per la pulizia dell’ombelico
-garze
-fazzoletti di tessuto naturale
-tanti asciugamani medi e piccoli (per pulire rigurgiti vari, per coprirsi la spalla quando lo si fa fare il ruttino, per pulire il latte che cade dal seno, ecc)
-una asciugamano per l’uscita dal bagnetto
-forbisci di bebè

-sapone delicato per vestiti

-una fascia portabebè
-un termometro
-borsa fasciatoio: non uscite senza quello, preferibile dimenticare il bebè a casa! Si aprono e diventano fasciatoio, noi abbiamo uno e credo sia stato uno dei migliori investimenti

– arnica in crema e in granuli, per quando sarà un pò più grande ed iniziera a muoversi

c) in casa:
-tantissimi cuscini, tra cui uno per allattamento che può essere a U come quello fatto apposta ma che è molto costoso o un semplice cuscino lungo (come abbiamo usato noi), serve per metterselo sulle gambe e appoggiare la bebè  mentre è attaccata al seno, facendo così di aiuto alla schiena e alle braccia che la tengono (anche per chi ha il cesareo). Altri cuscini servono per la schiena della mamma, imparare ad usarli fa parte dell’esperienza allattamento. Saranno sempre utilissimi.


-un cuscino per massaggi al bebè, è un cuscino grande, costoso ma molto molto bello che vendono in posti di cose naturali, un buon regalo da fare da parte di amici/famigliari

-un divano, una poltrona, un’amaca o sedia molto molto comoda dove allattare e stare ore a guardate il neonato
-un phon:quando gli si fa il bagnetto, all’uscita dell’acqua mentre gli passate dell’olio e gli fate un massaggio accendete il phon e avendo cura di non bruciare il bebè fatele arrivare dell’aria tiepida movendo il phon dalla testa ai piedi sempre ad una distanza ragionevole, questo lo fa stare sereno, non sappiamo se per la temperatura o per il rumore ma Maia smetteva di piangere subito.
-un fasciatoio: può essere la parte sopra della cassettiera come abbiamo fatto noi, che avendo le ruote portavamo in bagno, la stessa cassettiera ha anche un bagnetto per quando sono molto piccoli. Ma altre persone mettono il fasciatoio in bagno (magari sopra la lavatrice) e appendono anche il phon ad una distanza adeguata.
-Una sdraietta, un ovetto o portaenfant per poter portarli in diverse parti della casa
-Per la machina serve assolutamente un ovetto omologato.
-C’è chi trova i walkie talkie utili, noi abbiamo preferito affinare nostro udito ma abitiamo in un appartamento molto piccolo altrimenti ci sarebbero stati utili.
-Musica: fatevi una cartella/cd di musica che vi piace e che vi piace sentire con la nuova presenza.
-Un telefono cordless perchè la mamma possa parlare anche se allatta ed è ore e ore seduta nello stesso posto.
-Uno sterilizzatore: all’inizio servirà solo per il tiralatte, ma poi servirà per i cucchiaini, biberon,ecc.
-Carta assorbente, tanta! Per pulire vomiti vari, o acqua che cade mentre allatti o tanti disastri che succederanno con la maggiore naturalità.
-Tisane rilassanti: fanno venire il latte, sono un buon momento di condivisione (con semi di finocchio e luppolo)


-candele: quando il bebè è molto piccolo le luce forti non sono molto gradite, meglio un ambiente calmo e con con la tenue luce delle candele

d)Allattamento

-una bottiglia d’acqua da tenere sempre vicino (bisogna bere tantissimo)

-un paio di reggiseni
-due, tre o quattro camicie da notte con bottoni davanti, quando arriva la montata lattea ne userai due o tre a notte, e a quel punto anche le magliette del papà sono buone.
-coppette assorbilatte (ci sono quelle usa e getta nei negozi specializzati ma ci sono anche quelle di cotone naturale che si lavano e riutilizzano, si possono anche costruire con cotone e garza)
-tiralatte
-buste per conservare il latte in freezer

Queste sono alcune cose che a noi sono state utili, sicuramente ci dimentichiamo molte, e molte altre troverette voi imprescindibili, il nostro invito e a scriverle qui con noi per cosi aiutare ad altri.

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Il passeggino

È stata per noi una delle scelte più difficili e purtroppo fatta male. I prezzi toccano il cielo e il mercato è cosi ampio che è più facile perdersi in un commercio di bambini area passeggini che all’entrata di Milano.
Noi abbiamo presso un’”inglesina” e sono molto molto pentita: è un passeggino inglesina che si chiude stile “fisarmonica”, pesa moltissimo e non c’è forma di portarlo chiuso. Poi è grande e non entra nel bagagliaio della Punto… Per Maia è comodo perchè sembra quasi una carrozzina ma c’è di meglio. Una nostra amica è molto contenta del suo mac laren, e l’altro giorno di passeggio per la Reggia di Venaria abbiamo trovato una coppia con il bimbo come noi, loro col mac laren e io sorpresa di quanto più intelligente è (per esempio la borsa dove mettono i piedini si apre di lato, cosa che nel nostro non succede il che significa che metterle i piedini e poi toglierli è un tira toglie con tanto di scarpe che rimangono dentro rischiando di lasciare proprio un piedino…e se per caso ti cadono i pomodori dentro come non si apre mai rimangono li finchè…). Ma ribadisco il problema più grande è la chiusura e la sua impossibilità di essere portato: ha la maniglia dalla parte opposta del senso delle ruote. È anche troppo largo quindi non posso salire in autobus, alla fine preferisco portarmi Maia in braccio…

Quindi secondo noi prima di comprare un passeggino vedere se:
ha chiusura a ombrello
pesa poco
ha la cinghia per portarlo a spalla chiuso
le ruote girano facilmente ma non troppo grandi altrimenti non entra in macchine piccole
il sedile non solo si può tirare giù per farlo dormire meglio ma anche lo fa stare ben seduto. 

Poi abbiamo presso il passeggino di estate e va molto meglio: obbligatoriamente chiusura ad ombrello e rigorosamente di meno di 4 kili, ci sono migliaia, anche qui ci siamo persi nel mercato ma alla fine abbiamo presso un’offerta di 30 euro e devo dire che sono contenta, avrei preferito avesse la cinghia per portarlo a spalla quando è chiuso ma 20 euro hanno fatto la differenza.
Della carrozzina non ne parlo, noi per una questione concettuale e corporale non la abbiamo proprio usato (abbiamo preferito tenere Maia il più vicino a noi e quindi abbiamo usato la fascia)

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Indice… Maia cresce, i post aumentano!

Accorgimenti per una buona poppata

Usa e getta ecologici

Music for my baby

Parto in casa

Portare Maia

Le coliche del neonato

L’olio di mandorle

Pulizia dei capezzoli

La crema per il cambio di pannolino

Tre mesi al volo

Il portaenfant

La sveglia mancante

Maia attraversa l’oceano

In macchina senza seggiolino

La piscina (e il tempo…)

La Civiltà (con la C maiuscola)

Allattare è un piacere, anzi, di più

Salpingectomia, laparoscopia e allattamento

Le zanzare

L’osteopata

Nove mesi dentro… nove mesi fuori!!!!

I vaccini e un aiuto omeopatico

uyyyy che dolore la dentizione!!!!!

Maia e il suo primo micro-nido

L’aspiratore nasale

Bio-illogici

Stress ad alta velocità

Ecologici e "gli altri"

Inserimento…nella disperazione

Inserimento fase 2

5 minuti, solo 5 minuti!

Vieni alla festa!

Di ritorno alla pellicola

Ci vogliono chiudere il micronido!

Conferenza "osteopatia in gravidanza, nascia e crescita"

Una completa colazione, per allattamento e non solo

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Una completa colazione, per allattamento e non solo

Da quando una medico* esperta in edicina antica naturale ci ha dato la ricetta iniziamo la giornata un po più carichi, all’inizio era per l’allattamento ma anche il papà fa questa colazione e crediamo sia consigliabile per tutti, nondimeno per le mamme che abbiamo bisogno di tanta e buona energia!!! (siamo al 16 mese di allattamento a richiesta!)

Ingredienti a persona (possibilmente di produzione biologica):
un vaso di yoghurt *
una frutta di stagione
un cucchiaio di zucchero panela /di canna, malto o miele
un cucchiaio d’olio di semi (girasole, lino in caso di problemi ai polmoni, o altri)
un cuchiaio di farina integrale biologica (avena, farina di riso, grano saraceno, kamut). Per le donne dopo il parto meglio utilizzare l’avena che è molto ricostituente. Noi usiamo per il papà celiaco fiocchi di mais. Si trovano anche delle farine (o carboidrati) pronti per la colazione che si possono utilizzare.
7 mandorle o 5 nocciole,3 noci, un cucchiaio di pinoli, un cucchiaio di semi di zucca
il succo di 1/4 limone
Frullare il tutto.

*lo yoghurt lo facciamo a casa, non è per niente complicato:
ad un litro di latte tiepido in una brocca con coperchio aggiungo un vasetto di yoghurt bio naturale, poi avvolgo la brocca con una coperta piccola o qualcosa che dia caldo (io uso una coperta dell’aereo ma può essere anche un maglione di lana vecchio) e lo appoggio sul termosifone (d’estate lo stesso calore del giorno fa il lavoro del termosifone), dopo alcune ore è pronto allora aggiungo un cucchiaio di zucchero per correggere l’accidità.

* Dtt.ssa Michela Pessot Medico Chirurgo
Psicoterapeuta- Esperta in antica medicina naturale

Ultimo consiglio: stampate e attacate al frigo che all’inizio
riccordare tutto mezzo addormentati è difficile, anche se sembra un po
lavorioso ne vale la pena.
Buona giornata a tutti!

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Conferenza “osteopatia in gravidanza, nascia e crescita”

Dopo molte richieste da parte di genitori con bambini piccoli riferite ai nostri post sull’osteopatia e la nostra esperienza, segnaliamo un evento che crediamo possa essere interessante

Conferenza gratuita
“Osteopatia in gravidanza, nascita e crescita” relatrice: MONICA VAYRA, osteopata docente c/o S.I.O.T.E.M.A. (scuola di osteopatia)
Come l’osteopatia può essere utile per risolvere problematiche alle donne in gravidanza ed ai bambini nella fase pediatrica
GIOVEDI 26 FEBBRAIO ORE 21- Posti limitati…Indispensabile la prenotazione al n.0119401313.
CENTRO ALCHEMIA – VIA Roma 29 CHIERI – 011 9401313

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